Le meravigliose multiproprietà dello Spezia, venduto a un euro

La storia dello Spezia nel nuovo millennio è abbastanza curiosa. Non da ultimo il suo valore al momento dell’ultima vendita: un euro

Una partita dello Spezia al Picco © Chabe01/Wikimedia Commons

Nel testacoda ligure dello scorso fine settimana in Serie B lo Spezia Calcio ha sconfitto 2-0 la Sampdoria. Terzo posto per gli spezzini e piena zona retrocessione per i blucerchiati. Ancora una volta però quello che inquieta del calcio ligure non è quello che succede in campo, ma quello che accade fuori. Della gestione del Genoa da parte di 777 Partners, e poi della vendita del club all’imprenditore rumeno Sucu ce ne eravamo già occupati. Così come della strana configurazione societaria della Sampdoria, da Ferrero alla Gestio Capital fino ai misteriosi uomini di affari di Singapore. Un intreccio di affari e misteri che rispecchia la a dir poco nebulosa gestione della Regione. Sembra quindi il caso di vedere cosa sia successo con lo Spezia.

Storica società del calcio italiano, ha vinto anche il campionato del 1944 dimezzato dalla guerra, nella seconda metà del Novecento lo Spezia veleggia nelle serie minori. All’inizio del nuovo millennio arriva in Serie B, ma la cavalcata gli costa il fallimento. E dopo un tentativo di azionariato popolare è rilevata dal munifico imprenditore Gabriele Volpi, che lo porta in Serie A. Qui nel 2021 passa di proprietà all’americano Robert Platek. Altro munifico imprenditore, Platek investe con molta generosità decine di milioni nel club. E con altrettanta generosità, mentre lo Spezia è in corsa per la promozione per tornare in A, lo cede a un consorzio sportivo australiano per 1 euro. Un solo euro. Tutto molto bello, tutto molto strano..

Una lunga storia di multiproprietà: dal petrolio di Moratti a quello di Volpi

Facciamo un passo indietro. All’inizio del millennio il ritorno in B avviene con i buoni uffici di Massimo Moratti, all’epoca proprietario dell’Inter. Il petroliere milanese evidentemente ama le squadre di mare, la sua famiglia ha avuto a più riprese anche interessi più o meno mascherati nel Cagliari. E se non le ama lui, le multiproprietà vista mare le amano altri petrolieri. Come Gabriele Volpi, oltre che un imprenditore sportivo è infatti petroliere con storie abbastanza brutte in Nigeria. E a un certo punto pare essere stato anche proprietario nascosto del Verona. Ci sono inchieste e procedimenti aperti sia per le questioni nigeriane che per la multiproprietà del Verona, interessata da reati come l’autoriciclaggio. Altre cose si sono risolte con accordi tra le parti. Ma questa storia non ci interessa più. Nel 2021 infatti Volpi vende lo Spezia per 14 milioni alla famiglia Platek.

Anche qui trattasi però non dell’americano in riva al mare, ma di un fondo di investimento: il Westchester South Investments LLC. E di nuovo, non si tratta di un imprenditore che per amore del calcio ha investito 60 milioni nello Spezia e poi si è ritirato vendendolo a 1 euro. Guardiamo ai numeri. Da un lato abbiamo bilanci sempre in negativo: -17 milioni nel 2020-21, -17,7 nel 2021-22, -7 nel 2022-23, -1,9 nel 2023-24. Dall’altro plusvalenze di mercato sempre in positivo. Se il calciomercato 2021-22 si chiude con un passivo di 15 milioni, quello del 2022-23 è in attivo di +15. Quello del 2023-24 è +12. E quello del 2024-25 è +11. Contestualmente Westchester South Investments fa versamenti in conto capitale allo Spezia per una trentina di milioni. Più un’altra decina per la ristrutturazione dello stadio. Ma nell’agosto 2024 quegli stessi crediti sono poi acquistati e convertiti in apporto patrimoniale dallo stesso fondo.

E oggi lo Spezia è di nuovo in mano a una multiproprietà: un fondo australiano

Insomma, il fondo speculativo travestito da americano in riva al mare ha fatto quello che doveva fare: movimentare denaro in entrata e in uscita. E come ogni fondo, esaurita la sua funzione deve cedere a un altro fondo. E lo fa per un euro, come scrive la Gazzetta dello Sport. «Davanti al notaio Dario Restuccia, a Milano, si presentano i rappresentanti di Westchester South Investments e di FC32 Global Holdings. Come emerge dall’atto di cessione delle quote consultato dalla Gazzetta, il 100% del capitale sociale dello Spezia viene venduto dagli americani agli australiani per il prezzo di 1 euro». Bene, FC32 Global Holdings è un fondo, questa volta australiano, la cui specialità sono le… multiproprietà nel calcio.

FC32, che ha interessi anche nell’organizzazione di tornei internazionali e nella gestione dei diritti di immagine di diversi sportivi, nel calcio possedeva infatti già Cobh Ramblers FC in Irlanda e Skn St. Pölten in Austria. L’idea al momento dell’acquisto dello Spezia era quella di espandersi ancora di più, come da loro dichiarazioni. Tra l’altro, come raccontava una recente ricerca dell’Università di Manchester, il problema dei fondi multiproprietari è che sembrano fatti apposta per «consentire possibilità criminali». Perché, ipotizzano a Manchester, queste potrebbero servirsene per riciclare denaro. Evidentemente FC32 ha letto la ricerca, e ha annunciato di avere dismesso ogni investimento nella squadra irlandese e in quella polacca. Abbandonate a loro stesse da un giorno all’altro. Non è difficile immaginare ora il prezzo di queste due squadre: un euro.