La società civile fa fronte comune per la trasparenza sull’export di armi italiane

La presidente di Banca Etica Anna Fasano sarà ascoltata alla Camera sulle modifiche alla legge 185/90 sulle esportazioni di armi italiane

La legge 185/90 regolamenta l'export di armi italiane © OlyaSolodenko/iStockPhoto

La trasparenza sull’export di armi italiane, e sui flussi finanziari privati che alimentano questo settore, è un diritto del Parlamento e dei cittadini. Modificare la legge 185/90 significa compromettere questo diritto in modo forse irreversibile. Questa è la ferma posizione espressa da una vasta coalizione di organizzazioni della società civile, del mondo laico e cattolico. Dopo mesi di mobilitazioni e il lancio di una petizione, il prossimo passo sarà una grande iniziativa in programma a Roma il 17 aprile.

A 34 anni di distanza dalla sua promulgazione, non si può dire che la legge abbia del tutto fermato le relazioni commerciali tra i fabbricanti di armi made in Italy e gli Stati in guerra. Ma, se non altro, ha introdotto fondamentali garanzie in termini di trasparenza. Perché, oltre a farsi carico dei controlli sulla destinazione degli armamenti, il governo è tenuto a inviare una relazione annuale al Parlamento. Facendo luce, così, su un mercato che altrimenti sarebbe molto opaco.

Cosa prevede la legge 185/90 e come potrebbe cambiare

Nata a seguito di una vasta mobilitazione della società civile, la legge 189/90 introduce criteri non economici nella valutazione di autorizzazione alle vendite di armi all’estero. Vietando l’export di armi italiane a Paesi in conflitto e ritenuti responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali sui diritti umani.

Le prerogative più preziose di questa legge pionieristica, però, sono messe in bilico da un disegno di legge presentato dal governo. Che a gennaio è stata approvata dalla commissione Affari esteri e difesa del Senato e il 21 febbraio ha ricevuto il sì di Palazzo Madama. Un iter di modifica insolitamente veloce, che ora passa alla Camera.

La mobilitazione per salvare la trasparenza sull’export di armi

La campagna Basta favori ai mercanti di armi!, promossa dalla Rete Italiana Pace e Disarmo, riunisce decine di associazioni, ong, sindacati, movimenti, assieme a Banca Etica. Una delle iniziative più recenti è la petizione con cui qualsiasi cittadino o cittadina può chiedere al Parlamento di fermare lo svuotamento dalle legge 185/90.

Sull’argomento le commissioni riunite di Esteri e Difesa della Camera dei Deputati hanno già audito il 27 marzo Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa OPAL, di Brescia. Il 3 aprile è il turno di Francesco Vignarca, portavoce della Rete Italiana Pace e Disarmo, e il 4 aprile di Anna Fasano, presidente di Banca Etica. Sempre il 4 aprile, approfondiranno in conferenza stampa i contenuti delle audizioni. Con loro ci sarà l’onorevole Laura Boldrini, presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo. Nell’occasione, sveleranno anche i primi dettagli della prossima, grande iniziativa di mobilitazione e protesta. L’appuntamento sarà a Roma mercoledì 17 aprile.