Viviamo tempi strani. Tempi in cui la pandemia ha imposto politiche straordinarie di emergenza, costituzione di comitati tecnici, pool di esperti che affiancano i decisori, task force. Sembra che la democrazia coi suoi strumenti e i suoi attori non sia adatta a fronteggiare una crisi che, dopo un anno e mezzo, inizia a essere normalità. Che non sia in grado di svolgere la sua funzione di governo dell’esistente.
L’ultima task force nata in ordine di tempo si chiama “Nucleo tecnico per il coordinamento della politica economica” ed è stata nominata dal governo Draghi per valutare l’impatto degli investimenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Se le modalità non differiscono da quelle del precedente governo guidato da Giuseppe Conte, qualcosa di più profondo segna un cambiamento di passo. Sono lontani i tempi in cui a scrivere i piani per la ripartenza e la trasformazione del Paese contribuiva Mariana Mazzucato. Una delle più influenti economiste del mondo, docente di Economia dell’innovazione e del valore pubblico all’University College di Londra e autrice di numerose pubblicazioni fondamentali. Tra le quali senza dubbio “Lo stato innovatore” in cui Mazzucato rivendica il ruolo centrale dello Stato negli investimenti in ricerca e, più in generale, in imprenditoria.
A guidare la nuova task force sarà Marco Leonardi, ordinario di Economia alla Statale di Milano, oggi capo del dipartimento programmazione economica presso la presidenza del Consiglio. Di cui ricordiamo la posizione in linea con Confindustria per la quale congelare le causali per i contratti a tempo determinato sarebbe un modo per «rimuovere ogni ostacolo normativo alla ripresa» e creare occupazione.
Tra i nomi che compongono il nuovo gruppo di lavoro e che fanno discutere maggiormente c’è, senza dubbio, Carlo Stagnaro. Ingegnere, un dottorato di ricerca in Economia, mercati, istituzioni presso IMT Alti Studi – Lucca, è direttore ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni. Centro di ricerca noto per le posizioni ultraliberiste, ferocemente avverso all’intervento dello Stato nell’economia e le cui posizioni sul Pnrr sono state espresse molto chiaramente a gennaio 2021 in un articolo intitolato “Pnrr tanto al chilo. Una delle caratteristiche più pericolose del Pnrr è la fede nello Stato investitore”.
Altra figura discussa è quella di Riccardo Puglisi. Professore associato all’università di Pavia, è noto soprattutto per la verve polemica che sfoga su Twitter. Anche lui ha posizioni ultraliberiste, è favorevole alla flat tax, contrario a ogni forma di patrimoniale, ma sostenitore di un “contributo di solidarietà” dei dipendenti pubblici agli imprenditori. Oltre a essere stato un “minimizzatore” del Covid-19 e ad aver avversato le misure di lockdown per il contenimento del virus.
Indubbiamente più competenti gli altri due membri della squadra: Carlo Cambini e Marco Percoco, esperti di trasporti e controllo della spesa pubblica. Percoco in particolare insegna Valutazione delle infrastrutture di Trasporto alla Bocconi, dove dirige il Centro di ricerca Green ed è un fervente sostenitore della liberalizzazione in ogni settore dei trasporti. Inutile ricordare che le infrastrutture ricoprono un pezzo molto importante del Pnrr.
Il controllo per l’attuazione del più imponente piano di investimenti pubblici da decenni, in un momento in cui la pandemia e la crisi climatica mostrano con chiarezza i limiti di un approccio che lascia mano libera al mercato, viene affidato dal governo di Mario Draghi a persone che ritengono che l’iniziativa pubblica non deve interferire con il mercato. C’è molto di cui essere preoccupati.
Sostieni Valori!
Dalla parte dell'etica, del clima, dei diritti e dell'uguaglianza. Come te. Sostienici!
La promozione del capo di gabinetto di Juncker rischia di squassare la credibilità dell'Unione. Molto vicino a Berlino, dirigerà 33mila funzionari in un momento delicatissimo
Sottovalutata dai grandi media, la proposta di budget europeo 2017-2021 prevede un +180% di spese per la sicurezza interna e 13 miliardi per la Schengen militare
L'emergenza migranti e il caso della nave Aquarius respinta dall'Italia sono un'occasione per l'Europa per stanziare più fondi e per rilanciare l'industria degli armamenti
Roberto Ferrigno
Newsletter
Iscriviti a Valori
Il meglio delle notizie di finanza etica ed economia sostenibile.