Tragedia del Rana Plaza: la lettera aperta a Benetton
Riproduciamo qui la lettera aperta diffusa dall'italiana Campagna Abiti Puliti e indirizzata ai vertici di Benetton dopo il crollo del complesso di laboratori tessili di ...
La tragedia del Rana Plaza potrebbe essere un drammatico ma utile punto di svolta per rendere la filiera del tessile in Bangladesh più rispettosa dei diritti umani e del lavoro. L’internazionale Clean Clothes Campaign e la sua sezione italiana Campagna Abiti Puliti fanno infatti sapere che più di un milione di persone ha già firmato le petizioni che chiedono ai marchi che si riforniscono in Bangladesh di sottoscrivere il Bangladesh Fire and Building Safety Agreement immediatamente.
“In tutto il mondo l’opinione pubblica si è mobilitata per dire basta a questa orribile sequenza di incidenti e mandare un chiaro messaggio alle imprese che si riforniscono in Bangladesh, tra cui Benetton, H&M, Mango, Primark, GAP, C&A, KIK, H&M, JC Penney, e Wal-Mart”: a dichiararlo è Deborah Lucchetti, coordinatrice della Campagna Abiti Puliti, che chiede a tutti i marchi coinvolti di sottoscrivere entro il 15 maggio l’accordo, messo a punto insieme ai sindacati internazionali, che prevede ispezioni indipendenti negli edifici, formazione dei lavoratori in merito ai loro diritti, informazione pubblica e revisione strutturale delle norme di sicurezza per rimuovere alla radice le cause che rendono le fabbriche del paese insicure e rischiose per migliaia di lavoratori.
Riportiamo qui sotto la lettera aperta indirizzata dalla Campagna Abiti Puliti ai vertici di Benetton: