Vaccini anti-Covid. Svolta storica degli Stati Uniti: «Via i brevetti»
L’amministrazione di Washington si è espressa a favore della sospensione dei brevetti sui vaccini anti-Covid: «Solo così possiamo superare la pandemia»
La rivoluzione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden non è circoscritta ai confini della sua nazione. Lo si è visto con gli annunci sul clima, che lanciano l’America come Paese leader a livello mondiale nella lotta al riscaldamento globale. Ma l’annuncio, giunto mercoledì 5 maggio dalla Casa Bianca, assume un rilievo forse ancora maggiore, poiché del tutto inaspettato. Secondo Washington, infatti, «di fronte alla crisi sanitaria mondiale» e «in ragione delle circostanze straordinarie della pandemia» è necessario sospendere i brevetti su vaccini contro il Covid-19.
Salute e interessi
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L’OMS: «Sui brevetti una decisione storica»
Ad affermarlo non è stato direttamente il capo dell’amministrazione di Washington, ma la sua rappresentante Usa per il Commercio, Katherine Tai. «Il governo americano – ha precisato la dirigente – crede fortemente nella proprietà intellettuale. Ma, per ottenere la fine di questa pandemia, sosteniamo la rinuncia ai diritti sui vaccini». Una «decisione storica», ha commentato il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus . Il lavoro da fare per tradurre le parole in fatti, tuttavia, è lungo e tortuoso. E passa attraverso un altro organismo: l’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO).
«È una scelta importante che potrebbe diventare una svolta storica – osserva Vittorio Agnoletto, medico e promotore della “Petizione Europea Diritto alla Cura” -. Ed è il prodotto della pressione organizzata dalla società civile e dalle reti associative a livello mondiale, oltreché di quella arrivata dai settori progressisti dei democratici americani.
La vera battaglia, però, comincia ora. La posizione statunitense apre una trattativa nel WTO. Con l’Unione europea rimasta vergognosamente indietro, compreso il governo italiano: gli ultimi giapponesi a difendere Big Pharma».
La battaglia si giocherà ora all’interno del WTO
Ad oggi, i brevetti sono infatti in possesso delle case farmaceutiche. Che, ovviamente, sono del tutto contrarie a rinunciarvi. Non a caso, da Johnson & Johnson a Pfizer e Moderna, nessuno ha reagito all’annuncio della Casa Bianca. Un silenzio sintomo del loro imbarazzo. Già, perché l’uscita dalla pandemia dipende proprio dalla vaccinazione di buona parte della popolazione mondiale. Che procede a rilento nelle nazioni ricche ed è ancora in alto mare in quelle povere.
Al posto delle aziende, tuttavia, al governo americano ha risposto la Federazione internazionale dell’industria farmaceutica (IFPMA). Secondo la quale «siamo totalmente in linea con gli obiettivi sui vaccini anti-Covid-19». E in particolare con la loro diffusione «rapida ed equa nel mondo». Secondo la lobby, dunque, abbandonare i brevetti sui vaccini rappresenterebbe «una falsa soluzione ad un problema complesso». Intanto, i titoli delle che farmaceutiche in Borsa sono crollati dopo l’annuncio di Katherine Tai.
Sudafrica e India hanno già chiesto di eliminare i brevetti sui vaccini anti-Covid
Quello che si profila è dunque un braccio di ferro. Il cui teatro sarà appunto il WTO. Già schierate con Washington ci sono due altre diplomazie: quelle di Sudafrica e India. Sostenute da un centinaio di Paesi di tutto il mondo. Nuova Delhi, in particolare, sta affrontando un’esplosione della pandemia definita dal primo ministro, Narendra Modi, «un uragano». Con 400mila nuovi casi al giorno, gli ospedali intasati, i pazienti che muoiono di fronte ai nosocomi e i cadaveri bruciati nelle strade. Anche per questo India e Sudafrica hanno chiesto di sospendere i brevetti anche sui test diagnostici e sui medicinali efficaci per curare i malati.
Alcune nazioni sono tuttavia contrarie. Eppure la stessa OMS ha esortato i Paesi del G7 a mostrarsi solidali con il resto del mondo. Basti pensare che il sistema Covax, che dovrebbe garantire una distribuzione equa tra le nazioni, ha distribuito appena 49 milioni di dosi in 121 Stati. Contro un obiettivo di due miliardi da raggiungere entro la fine del 2021.
Agnoletto: «Si arriverà probabilmente ad un compromesso»
Chi vincerà dunque la guerra che si profila al WTO? «Ci sarà una discussione complicata e arriveranno ad un compromesso – prevede Agnoletto -. I giorni e le settimane prossime saranno fondamentali. Perché non è indifferente il quando si arriverà. Il tempo è vitale, nel senso reale della parola: è vite umane. Un conto è se si arriva ad un accordo soddisfacente tra due settimane, un conto è se esso arriva tra sei mesi. Quante morti in più avremo in questo secondo caso?».
«L’effetto domino che la decisione di Biden sta producendo – aggiunge Nicoletta Dentico, responsabile del programma di salute globale della Society for International Development (SID) – Con il nuovo possibilissimo europeo dopo mesi di muro contro muro, dimostra che l’opposizione alla sospensione della proprietà intellettuale ha una configurazione meramente ideologica. Il blocco di principio alla proposta di India e Sudafrica è crollato, come sono crollate le quotazioni finanziarie delle aziende farmaceutiche che finora si sono adoperate in ogni modo per fermare la spinta di molti alla deroga temporanea dei brevetti. In certi momenti, è utile stare dalla parte giusta della storia».