«Il capitalismo è morto, e big tech lo ha ucciso»
Il capitalismo è finito, sostituito da qualcosa di peggiore. Al suo posto un nuovo feudalesimo in chiave tech. È la tesi dell'ultimo libro dell'economista Yanis Varoufakis
Quando è apparso sulla scena politica europea, Yanis Varoufakis sembrava un alieno. Il suo look eccentrico – camicie sgargianti, moto rumorose, frequenti violazioni dei rigidi protocolli diplomatici – ha attirato l’attenzione dei media almeno quanto le sue posizioni eterodosse in campo economico. È stato ministro delle Finanze in Grecia nel momento in cui la crisi del debito greco sembrava sul punto di disintegrare euro ed Unione europea. «Era l’uomo più irritante nella stanza dei negoziati», scrisse di lui il Financial Times. Una descrizione che Varoufakis si appuntò al petto come una medaglia. Quando l’esecutivo di Atene guidato da Alexis Tsipras capitolò di fronte alle richieste dei creditori, nell’estate del 2015, si dimise e lasciò la maggioranza.
Da allora ha fondato un partito trans-europeo, Diem25, e una coalizione globale delle forze di sinistra, l’Internazionale Progressista. Realtà, quest’ultima, che – oltre ad occupare con suoi membri lo scranno presidenziale in Guatemala ed Honduras – raccoglie personalità come Bernie Sanders, Jeremy Corbyn, Noam Chomsky, Naomi Klein, Rafael Correa, Vanessa Nakate.
Soprattutto, Varoufakis è diventato uno dei pensatori più originali della sinistra occidentale. Docente universitario, economista autodefinitosi marxista-libertario, i suoi libri sono tutti best-seller. Il suo ultimo lavoro è “Tecno-feudalesimo, cosa ha ucciso il capitalismo“, edito in Italia da La nave di Teseo. È in questo libro che esprime la più originale delle sue teorie. La tesi è che il capitalismo stia morendo – anzi, sia già stato ucciso – per mano di una manciata di grandi imprenditori high-tech. Il modello di business delle big tech come Amazon, Apple, Google, Alibaba – sostiene Varoufakis – non ha più nulla a che fare col capitalismo.
Queste aziende, cioè, non vivono più del plusvalore dei loro dipendenti e della produzione di beni. In sostituzione del sistema economico che conosciamo non è arrivato il socialismo, ma qualcosa di simile al feudalesimo medievale. Al posto di mercati e profitti abbiamo oggi piattaforme, come gli store online, e rendite, come la percentuale che spetta ad Amazon per ogni vendita. Le prime sono assimilabili a feudi digitali, le seconde a canoni del tutto paragonabili a quelli che i vassalli medievali corrispondevano ai loro feudatari.
«Immaginate la seguente scena: siete teletrasportati in una città piena di persone che svolgono le loro attività, commerciando gadget, vestiti, scarpe, libri, canzoni, giochi e film», scrive Varoufakis. «All’inizio tutto sembra normale, ma ad un certo punto notate qualcosa di strano. Tutti i negozi, anzi tutti gli edifici, appartengono a un tizio di nome Jeff. Inoltre, ognuno cammina per strade diverse e vede negozi diversi perché tutto è intermediato dal suo algoritmo… un algoritmo che balla al ritmo di Jeff». Il Jeff a cui si riferisce l’economista è Bezos, fondatore di Amazon, e la città immaginata è la realtà della nostra esperienza online.
“Tecno-feudalesimo, cosa ha ucciso il capitalismo” si presenta come una lettera. Il destinatario è Georgios, padre dell’autore, recentemente scomparso, e storico militante comunista, uno dei tanti incarcerati ai tempi della dittatura dei colonnelli. Anche per questo la scrittura è informale, continuamente inframezzata da riferimenti alla cultura pop (citatissima la serie Mad Men) e alla mitologia greca – ossessione di Varoufakis come lo era del suo genitore. Proprio dalla mitologia viene la metafora portante di tutto il libro, già usata in altri suoi scritti: quella del capitalismo come Minotauro pronto a divorare tutto. Persino sé stesso!
Le multinazionali esercitano un’enorme quantità di potere, le disuguaglianze aumentano e il lobbismo inquina la nostra democrazia: come è possibile che il capitalismo stia morendo?
Io sostengo che il capitalismo stia venendo ucciso da una nuova forma di capitale altamente tossico e altamente concentrato – che chiamo capitale cloud. Se la mia ipotesi è corretta, non c’è assolutamente alcuna contraddizione tra la tua osservazione e la mia: il capitale ha trionfato e, allo stesso tempo, ha ucciso il capitalismo!
La tua tesi è che le grandi aziende tech abbiano creato un sistema economico post-capitalista simile a una versione moderna del feudalesimo. Come funziona e perché è diverso dal capitalismo?
Cominciamo dal concordare, se possibile, su cosa sia – o fosse – il capitalismo: un sistema socio-economico basato su due pilastri. Il primo consiste nei mercati, nei quali è incorporata tutta l’attività economica – produzione e distribuzione. Il secondo pilastro è rappresentato dai profitti (l’opposto dei vecchi canoni feudali), che agiscono come carburante del sistema.
La mia ipotesi è che le big tech (basandosi sul capitale cloud) abbiano sostituito i mercati con feudi cloud – cioè, piattaforme digitali di scambio che non assomigliano affatto ai mercati – e i profitti con canoni cloud, cioè affitti che i produttori capitalisti pagano ai proprietari non produttivi delle big tech in cambio dell’accesso ai loro feudi cloud. Inoltre, siccome contribuiamo con una grande quantità di lavoro non retribuito alla riproduzione del capitale cloud delle big tech, la maggior parte di noi è diventata una sorta di servo della gleba cloud. Questa nuova realtà sociale non è il capitalismo, ma una nuova forma di tecno-feudalesimo costruita sul (e qui sta l’ironia) capitale cloud.
Quando è emerso questo tecno-feudalesimo?
Nello stesso modo in cui non c’è una data specifica in cui il capitalismo ha preso il posto del feudalesimo, non c’è una data precisa per la nascita del tecno-feudalesimo. Tuttavia, i suoi inizi possono essere fatti risalire alla privatizzazione dell’internet originario nei primi anni 2000. Nel 2008, per rispondere alla crisi economica, le nostre banche centrali hanno emesso massicce quantità di denaro. Le big tech sono state le uniche entità capitaliste ad approfittare dello tsunami di nuovi soldi delle banche centrali per investire in quello che è diventato il capitale cloud. Con la pandemia, poi, che ha enormemente rafforzato feudi cloud come Amazon, il tecno-feudalesimo ci ha sommersi.
L’avvento del tecno-feudalesimo è una buona o una cattiva notizia per i lavoratori dipendenti e la classe lavoratrice globale?
È una notizia terribile! Il lavoro salariato stava affrontando già prima una perdita secolare di reddito e potere organizzativo. La crescita del capitale cloud, che è il fondamento del nuovo ordine tecno-feudale, ha portato a tre diverse calamità per i lavoratori di tutto il mondo. In primo luogo, un ulteriore sfruttamento sul posto di lavoro fisico – pensa ai dispositivi connessi al polso che monitorano e dirigono i lavoratori in fabbrica e nei magazzini. In secondo luogo, un lavoro remoto precario in condizioni di grande sfruttamento – e qui mi riferisco ad Amazon Mechanical Turk, a Uber, a Deliveroo. Infine, siccome la gran parte del plusvalore prodotto nel settore capitalista tradizionale (che non scompare, ma viene integrato nel sistema tecno-feudale) viene risucchiato dalle big tech sotto forma di canone cloud, la domanda aggregata nell’economia generale diminuisce, e l’intero sistema diventa più incline alle crisi.
Nel tuo libro sostieni che la crescita di questo nuovo ordine economico metta anche a repentaglio la già fragile lotta contro la crisi climatica. Perché?
La nostra lotta contro i combustibili fossili, la deforestazione e la crescita incontrollata è, essenzialmente, una guerra contro la concentrazione di potere economico e politico. Ecco, il capitale cloud ha concentrato ancora di più quel potere. In questo senso non è amico del movimento per la socializzazione della generazione di energia, dell’uso del suolo, ecc.
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Un capitolo è dedicato alla nuova guerra fredda, quella tra gli Stati Uniti e la Cina. Il tecno-feudalesimo non aiuta la pace tra Pechino e Washington?
Fa esattamente l’opposto. Solo due Paesi hanno generato grandi quantità di capitale cloud: gli Stati Uniti e la Cina. Washington vede il settore tecnologico cinese come una chiara e presente minaccia al suo monopolio sul sistema di pagamenti, che finora si è basato sul dollaro. Per questo gli Usa scatenano la nuova guerra fredda: per impedire a un sistema di pagamenti high-tech cinese di sfidare il privilegio esorbitante del dollaro. Questo è ciò che sta dietro alla nuova guerra fredda: uno scontro tra due sistemi tecno-feudali.
Parliamo di Europa. Queste preoccupazioni sembrano lontane dall’agenda dell’Unione, che parla di un ritorno all’austerità come dieci anni fa, quando eri ministro delle Finanze in Grecia.
Dopo più di un decennio di austerità autodistruttiva, che ha eliminato ogni investimento serio nelle cose di cui l’Europa ha bisogno (ad esempio, energia verde, batterie, intelligenza artificiale), la Germania e il resto dell’Ue assistono impotenti mentre Cina e Stati Uniti ci sorpassano in ogni settore che conta – con il capitale europeo che fugge in America e Asia e il deficit degli Stati membri che aumenta. E cosa fa l’Europa? Austerità! Come i Borboni, non dimenticano nulla e non imparano nulla.
Sappiamo più o meno come funziona la lotta di classe nel capitalismo, ma nel tecno-feudalesimo che si fa? Dobbiamo imparare tutto da zero?
Certo che no. Nel tecno-feudalesimo dobbiamo organizzare non solo i lavoratori delle fabbriche ma anche i servi della gleba cloud. Dobbiamo creare alleanze con i vassalli capitalisti di piccole dimensioni – le cui piccole entrate vengono decurtate dai proprietari del capitale cloud. E, naturalmente, lottare per fermare le guerre che sono funzionali ai tecno-feudalismi concorrenti ma dannose per il futuro dell’umanità.