1 agosto Overshoot Day. Il Pianeta ha esaurito le risorse

Secondo il Global Footprint Network in sette mesi abbiamo consumato quello che la natura è in grado di produrre in un anno

Tutto esaurito. Non parliamo di posti in hotel, di un concerto o di vestiti in periodo di saldi. Bensì delle risorse naturali del Pianeta. Il primo agosto, secondo il Global Footprint Network, è l’Earth Overshoot Day, il giorno in cui avremo esaurito le risorse del Pianeta, quelle rinnovabili, che si possono rigenerare nell’arco dell’anno. Dal giorno dopo, quindi, consumeremo risorse che la natura non potrà rinnovare entro il 31 dicembre. Vuol dire che dopo appena sette mesi abbiamo bruciato quello che la natura è in grado di produrre in un anno.

Una data simbolica

È una data simbolica, ovviamente, ma di grande importanza. Il Global Footprint Network un’organizzazione internazionale non profit nala nel 2003, dedicata alla tutela dell’ambiente e al calcolo dell’impronta ecologica. L’Overshoot day è stato calcolato rapportando quanto consumiamo in un anno rispetto a quanto può essere rinnovato in natura: energia, acqua, terra, cibo. Risultato: ogni anno consumiamo sempre di più senza che la natura possa adeguarsi con altrettanta velocità.

Dieci anni fa l’Earth Overshoot Day cadeva il 20 agosto. Vent’anni fa l’8 ottobre. Trent’anni fa il 25 ottobre. Quarant’anni fa il 10 novembre. Negli anni Sessanta c’era ancora il pareggio di bilancio tra consumo e risorse rinnovabili.

Invertire la rotta

Ma, secondo il Global Footprint Network, c’è ancora la possibilità di invertire la rotta. Lo dimostra l’Accordo di Parigi sul clima, firmato da 195 Paesi nel dicembre del 2015. «Sia pure imperfetto, l’accordo di Parigi ha generato la speranza che l’umanità sia finalmente pronta ad affrontare la più grande sfida che si sia mai trovata di fronte», scrive il Global Footprint Network nel rapporto annuale.«Esploreremo soluzioni nella progettazione e gestione delle città e in tutti gli altri settori. Tenendo presente che guadagnare cinque giorni ogni anno è indispensabile per tornare in equilibrio prima del 2050».

Il Global Footprint Network ha anche fornito delle indicazioni pratiche, suddivise in 4 aree di intervento: città, energia, cibo, popolazione.

La via d’uscita dalle città

Si stima che entro il 2050 tra il 70% e l’80% della popolazione mondiale vivrà in un’area urbana. Di conseguenza città pensate per risparmiare energia e inquinare poco permetteranno di preservare risorse naturali. È necessario progettare edifici energeticamente efficienti e ampliare le aree coperte da trasporto pubblico. Una voce importante quest’ultima, considerando che dalle auto private deriva il 14% dell’impronta ecologica.

«Se riducessimo del 50% le auto in circolazione – si legge nel rapporto – e sostituissimo le sostituissimo per un terzo con trasporto pubblico e i restanti due terzi con biciclette e spostamenti a piedi, l’Earth Overshoot Day verrebbe rinviato di 12 giorni».

Energia pulita

«Le emissioni di carbonio rappresentano oggi il 60% dell’impronta ecologica dell’umanità. Se riuscissimo a dimezzarle l’Overshoot Day si sposterebbe di circa 3 mesi», scrive il Global Footprint Network. È necessario quindi puntare su fonti energetiche pulite, che non emettano in atmosfera gas inquinanti.

Se il cibo è sostenibile

I consumi alimentari sono responsabili del 26% dell’impronta ecologica. In particolare sono le calorie animali a consumare più risorse. «Se riducessimo i consumi mondiali di carne del 50% e li sostituissimo con una dieta vegetariana,  rimanderemmo l’Earth Overshoot Day di 5 giorni», scrive il Global Footprint Network. Ridurre gli sprechi alimentari del 50% in tutto il mondo potrebbe rimandare l’Overshoot Day di 11 giorni”.

Siamo tanti, troppi

«Più siamo, meno Pianeta abbiamo per ognuno». Il Global Footprint Network denuncia il problema dell’eccessiva crescita delle popolazione mondiale. Si parla di dati medi, riferiti al Pianeta nel suo complesso. Naturalmente poi la natalità è ben diversa tra Paesi ricchi e Paesi poveri. Ma, in linea generale, si legge nel Rapporto«è necessario ridurre le dimensioni delle famiglie. Se in media ogni famiglia nel mondo avesse un figlio in meno l’Earth Overshoot Day verrebbe rinviato di 30 giorni». Per far questo il Rapporto punta il dito sull’educazione e l’eguaglianza delle donne.