Giù la maschera: il 90% dei fondi sostenibili tedeschi non lo sarebbe veramente

Uno studio ha allungato una pesante ombra sulla reale natura di numerosi fondi commercializzati in Germania come sostenibili

Un'analisi sugli investimenti ESG in Germania svela una realtà inquietante © Seng kui Lim/iStockPhoto

La signora Schulz di Amburgo vuole investire i propri risparmi in un fondo ESG, che rispetti l’ambiente e i diritti umani. La sua banca le offre un ventaglio di possibilità: energia, materiali, municipalizzate, tutti con il bollino di sostenibilità. Frau Schulz rompe gli indugi, sceglie un fondo e firma tutti i moduli: i suoi risparmi contribuiranno a rendere questo mondo un po’ più giusto. Come lei, milioni di altri risparmiatori tedeschi investono attualmente in fondi ESG, per un totale di 335,3 miliardi di euro di patrimonio a fine 2020. Un settore che ogni anno batte nuovi record, con crescite impressionanti: +35% nel 2020 rispetto al 2019, +37% un anno prima. 

I fondi verdi non sono poi così verdi

Nel 90% dei casi, però, i fondi sottoscritti non sarebbero così verdi o rispettosi dal punto di vista sociale come dichiarano le società finanziarie nei prospetti informativi. A dirlo è una ricerca delle associazioni Facing Finance e Urgewald che, alla fine di maggio, ha aggiornato il portale faire-fonds.info. Nel portale ognuno può inserire il codice di identificazione (ISIN) del fondo in cui investe e vedere quale sia la percentuale di imprese controverse in portafoglio.

La banca dati di Faire Fonds contiene informazioni su 2.163 fondi ed ETF acquistabili in Germania. Di questi, circa la metà (1.081) sono classificati come “sostenibili” dal forum tedesco per la finanza sostenibile (FNG) o dal provider finanziario Refinitiv. Però 90 volte su 100 lo sarebbero solo in parte. 

Tabelle 2 Top10 Belastete ESG-Fonds

Prendiamo, per esempio, il peggiore di tutti tra i sostenibili: l’ETF Xtrackers MSCI Europe Energy ESG di DWS, una società finanziaria controllata da Deutsche Bank. In base alle analisi di Facing Finance e Urgewald, l’88,97% del patrimonio sarebbe investito in imprese controverse, in particolare in grandi emettitori di CO2. In portafoglio ci sono, tra gli altri, le compagnie petrolifere BP, Eni, Repsol, TotalEnergies. Tra i peggiori dieci fondi sostenibili, in base alla ricerca, ben sette sarebbero di DWS. E forse non è un caso che, il 3 giugno scorso, le autorità tedesche abbiano ordinato perquisizioni proprio negli uffici della Sgr di Deutsche Bank, accusata di greenwashing.

Se ambiente e diritti umani non viaggiano insieme

«Sono soprattutto gli ETF con etichette ESG, attualmente molto popolari tra i risparmiatori, a mostrare il maggior numero di controversie nelle nostre analisi». Lo spiega in una nota stampa Thomas Küchenmeister dell’ONG tedesca Facing Finance, che ha lanciato il portale Faire Fonds nel 2019: «Per esempio, quando l’attenzione è rivolta al clima o all’economia circolare, spesso sono trascurati altri temi, come i diritti umani». 

Tra le società controverse non mancano i produttori di armamenti, che nessuno si aspetterebbe di trovare in un fondo sostenibile. Il fondo JPMorgan Global Focus D Acc EUR, anch’esso tra i dieci peggiori,  investe per il 7,32% in imprese che producono anche armi, come ad esempio Airbus o Safran. In generale, la banca data di Faire Fonds ha individuato investimenti in armi per 470 dei 1.081 fondi classificati come “sostenibili”: il 43% del totale.

«Per quanto riguarda specificamente i diritti umani, notiamo che molti fondi e soprattutto ETF sostenibili investono in aziende di armamenti», aggiunge Küchenmeister. «La guerra in Ucraina potrebbe ora spingere l’industria dei fondi a un’ulteriore integrazione indifferenziata delle società di armi nei portafogli ESG. Sarebbe assurdo: gli armamenti non possono mai avere, in nessun scenario, un posto tra gli investimenti sostenibili». 

853 dei fondi ESG inclusi nella banca dati si classificano (secondo Lipper-Refinitiv) come fondi “Articolo 8” ai sensi del Regolamento UE 2019/2088 (ovvero che promuovono anche sostenibilità). 195 come fondi “Articolo 9” (completamente focalizzati su obiettivi sostenibili). Tuttavia, un campionamento effettuato da Faire Fonds su dieci ETF e fondi indicizzati “Articolo 9” ha mostrato esposizioni a società controverse dal 26% al 39% del totale.

Nemmeno le nuove regole europee sono di grande aiuto per la signora Schulz. Ma una veloce ricerca sul portale Faire Fonds può essere sicuramente consigliabile.