Tre uomini e una gamba a Singapore: la proprietà occulta della Sampdoria

Secondo il sito norvegese Josimar, i proprietari della Sampdoria sarebbero tre affaristi di Singapore coinvolti in un’agenzia di scommesse

La proprietà occulta della Sampdoria potrebbe essere a Singapore © Zhu Hongzhi/Unsplash

La Sampdoria sarebbe di proprietà di tre imprenditori di Singapore, i cui nomi erano apparsi nei Panama Papers, e con stretti legami con un’importante quanto discussa agenzia di scommesse. Lo scrive il sito norvegese Josimar. Tra i primi a fare emergere anche i problemi di solvibilità che hanno portato il fondo speculativo americano 777 Partners a perdere il controllo del Genoa.

Sì perché all’ombra della Lanterna da qualche anno è sempre più difficile capire chi controlli le due squadre di calcio. E soprattutto quali interessi abbia nel farlo. Visto che secondo i siti specializzati la Samp ha chiuso il bilancio 2023 con un rosso per 30 milioni e debiti per 136 milioni. E il Genoa a giugno 2024 aveva un passivo di esercizio di 40 milioni e debiti per 200 milioni. O forse sono proprio questi i numeri, assai tipici nel calcio italiano, che attirano speculatori da ogni parte del mondo.

Genoa e Sampdoria, di chi è il pallone all’ombra della Lanterna?

Del caso del Genoa e dello strano fondo di private equity 777 Partners che investiva nel calcio europeo ce ne eravamo già occupati. Adesso la proprietà del club rossoblù è passata all’imprenditore rumeno Dan Sucu che a dicembre ha rilevato il 77% delle quote del club per 45 milioni di euro. Il prezzo è sicuramente conveniente. Anche perché, oltre a una notevole somiglianza con Gerry Scotti e una catena di negozi di mobili nel suo Paese, Dan Sucu non ha molto altro. Con un patrimonio di nemmeno duecento milioni di euro, che ne fanno il venticinquesimo uomo più ricco di Romania, è probabilmente il proprietario più povero di tutta la Serie A. E oltretutto i creditori di 777 Partners promettono battaglia.

Anche dei vari passaggi di proprietà della Sampdoria ce ne eravamo già occupati. Sia dello strano passaggio delle quote dalla celebratissima famiglia di petrolieri Garrone all’assai meno celebrato “Viperetta” Ferrero. Passaggio in cui i soldi chissà perché li misero gli stessi Garrone. Un po’ come quando al Milan il fondo Elliott presta i soldi prima a Mister Li per comprare il club, e poi addirittura a RedBird per ricomprarlo da se stesso. Sia di come poi anche il passaggio di proprietà del 2023 dal Ferrero alla coppia Radrizzani – Manfredi avesse risvolti piuttosto curiosi. Ora però in casa blucerchiata si apre un nuovo capitolo.

La Singapore connection della Sampdoria, tra scommesse e paradisi fiscali

Secondo il sito norvegese Josimar, infatti, quando nel 2023 la Gestio Capital Ltd di Radrizzani e Manfredi si prende la Sampdoria, la società registrata nel Regno Unito aveva asset per poco più di 2 milioni di euro. Un po’ poco per rilevare un club che a dicembre 2022 aveva un passivo di 24 milioni e debiti netti per 90 milioni. L’anno dopo però il valore delle immobilizzazioni di Gestio sale da 2 a 40 milioni circa, grazie alla creazione di una società separata in Lussemburgo. La Gestio Capital Structuring & Investment Solutions SA, il cui unico scopo era «l’acquisizione, la detenzione, la gestione e la cessione di partecipazioni e interessi in qualsiasi forma, direttamente o indirettamente, in U.C. Sampdoria S.p.A».

Tutto bene, solo che il 58% della nuova società lussemburghese viene trasferito alla neonata Kick Off Ventures. Sede allo stesso indirizzo, la Kick Off è di Joseph Tey Wei Jin, Pang Sze Khai e Lee Kok Leong. I tre uomini di Singapore. Ma non è finita qui. Innanzitutto perché i nomi dei tre, che a questo punto dovrebbero essere considerati a tutti gli effetti i veri proprietari della Sampdoria, appaiono nei Panama Papers. Cose che di per sé non prova alcun illecito, ci mancherebbe altro. Ma anche perché attraverso un lungo giro di società i tre possono essere ricondotti alla società di scommesse Fun88. Sede nell’Isola di Man e mercato a Singapore.

Nel silenzio generale quel che resta sono solo le domande

Proprio a Singapore dove, aggiungiamo noi, finivano tutti i nodi del pettine della grande stagione del terzo scandalo del calcioscommesse. Quello dei primi anni Dieci, che portò a diverse penalizzazioni, retrocessioni e anche alcune radiazioni. Ma anche questo sarà un caso. E non prova alcun illecito. Singapore è grande e le sue volontà sono infinite.

Di questa storia se ne sono occupati il Secolo XIX e Primo Canale. Non i grandi giornali sportivi o le tv che al pallone si dedicano 24 ore al giorno. Forse perché Radrizzani, ex proprietario di MP&Silva (gestione diritti tv) e di Eleven Sports (idem) ora ha una quota di minoranza di Dazn. Ma no, anche questo sarà un caso. O al massimo una fuggevole distrazione. Quel che resta, al solito, sono solo le domande. Chi controlla il pallone all’ombra della Lanterna? Quali sono i suoi interessi? Sono leciti questi legami con società di scommesse? Ah, saperlo…