HSBC rinvia di vent’anni l’obiettivo di azzerare le emissioni nette

Anche la banca inglese HSBC rivede le proprie ambizioni climatiche, rinviando dal 2030 al 2050 l'impegno ad azzerare le emissioni nette

HSBC è la più grande banca europea © Ikechukwu Julius Ugwu/Unsplash

HSBC, la maggiore banca europea per capitalizzazione, attivi e ricavi, ha annunciato di aver rinviato al 2050 l’obiettivo di azzerare le proprie emissioni nette di gas a effetto serra. Citando come causa i «rallentamenti dell’economia». Inizialmente previsto per il 2030, il target subirà un rallentamento significativo, con una riduzione stimata del 40% entro la fine del decennio per le emissioni legate alle attività operative, ai viaggi aziendali e alla catena di fornitura.

L’annuncio alimenta le preoccupazioni degli attivisti, timorosi che le principali banche mondiali stiano retrocedendo sugli impegni climatici. L’obiettivo per il 2050 porta infatti HSBC, che finora si era posizionata tra le più ambiziose per quanto riguarda la riduzione delle emissioni, in linea con banche del calibro di Barclays, JPMorgan Chase e Bank of America.

HSBC rivede i propri obiettivi di riduzione delle emissioni

La notizia arriva dopo che il colosso bancario ha condiviso i suoi nuovi obiettivi nel rapporto annuale pubblicato il 19 febbraio. Lo scorso anno HSBC aveva annunciato l’intenzione di ridurre gradualmente il sostegno economico ai settori ad alta intensità di CO2, in linea con l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale sotto gli 1,5 gradi centigradi. In quest’ottica, aveva fissato obiettivi di riduzione delle emissioni per comparti chiave come petrolio e gas, energia, trasporti e industria pesante.

Oggi, invece, il nuovo Chief Sustainability Officer Julian Wentzel ha dichiarato di aver dovuto rivedere gli obiettivi di HSBC. Il motivo starebbe nella limitata influenza della banca su fattori come i progressi tecnologici, la domanda di mercato e le politiche governative che determinano il ritmo della transizione. Wentzel ha spiegato che il nuovo traguardo imporrà un «approccio più misurato» ai prestiti per il settore petrolifero e del gas. Senza però necessariamente modificare le politiche di finanziamento per settori specifici. «Finora, alcune delle nostre politiche si sono rivelate piuttosto rigide nella formulazione. Il mio obiettivo è renderle più chiare e comprensibili, garantendoci al contempo maggiore flessibilità», ha dichiarato Wentzel all’agenzia di stampa Reuters.

La banca ricorre ai famigerati crediti di CO2 per rispettare i propri impegni al 2030

Nel report HSBC evidenzia di aver ottenuto risultati significativi nella riduzione delle emissioni di Scope 1 e Scope 2, con un taglio previsto di oltre il 90% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2019. Le emissioni Scope 1 sono quelle dirette, generate dalle attività dell’azienda, come il consumo di carburante nei veicoli di proprietà o i generatori. Le Scope 2 sono invece le emissioni indirette derivanti dall’energia acquistata e consumata, come elettricità, riscaldamento o raffreddamento.

Il problema, secondo HSBC, sta nelle emissioni Scope 3, quelle generate lungo la catena di fornitura: qui i progressi sono stati più lenti del previsto. Secondo la banca, l’attuale traiettoria di riduzione coprirà meno della metà dell’obiettivo stabilito per il 2030, rendendo necessario un forte ricorso alla compensazione delle emissioni attraverso crediti di CO2. La loro efficacia però è messa in costante discussione da report scientifici, inchieste giornalistiche e organizzazioni non governative. Oltretutto, non è in linea con le recenti indicazioni della Science Based Targets Initiative, un gruppo che valuta gli obiettivi climatici delle aziende.

Il settore bancario sta abbandonando ogni responsabilità nei confronti del clima

Wentzel ha assunto il ruolo di Chief Sustainability Officer il 7 febbraio, dopo le dimissioni del suo predecessore. La sua nomina è avvenuta in seguito alla decisione dell’amministratore delegato Georges Elhedery di escludere la posizione di Chief Sustainability Officer dal comitato esecutivo della banca. Una scelta che gli attivisti interpretano come un segnale di un possibile arretramento di HSBC rispetto ai propri impegni climatici. Cosa che è effettivamente avvenuta.

«È deludente vedere che HSBC ha scelto di indebolire ulteriormente il suo obiettivo climatico, invece di mostrare l’ambizione necessaria per contribuire a guidare l’economia verso lo zero netto», ha dichiarato Christophe Etienne di Reclaim Finance. Secondo Zahra Hdidou, consulente per il clima di ActionAid UK, che l’obiettivo di HSBC di azzerare le emissioni solo nel 2050 si pone «ben al di là della finestra critica necessaria per prevenire danni irreversibili». Gli attivisti temono che le banche stiano approfittando di un cambiamento del clima politico, in particolare sotto il nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump, per diluire gli impegni per la decarbonizzazione dei loro portafogli.

Wentzel ha dichiarato che la revisione degli obiettivi climatici di HSBC è iniziata prima che gli istituti di credito statunitensi modificassero il loro approccio. Certo, non è un caso isolato e si inserisce in una tendenza più ampia. Le pressioni economiche e politiche, unite all’uscita di alcune banche statunitensi dalla Net-Zero Banking Alliance, potrebbero innescare un effetto domino che mette a rischio il raggiungimento degli obiettivi globali di decarbonizzazione. Mentre la comunità scientifica sottolinea l’urgenza di agire, il settore bancario sembra muoversi nella direzione opposta. Lasciando che siano pochi a farsi carico della transizione ecologica, mentre chi avrebbe gli strumenti per guidarla sceglie di voltarsi dall’altra parte.