HSBC dice no all’estrazione di gas e petrolio. Il carbone, invece, va bene

HSBC annuncia che smetterà di finanziare nuovi progetti di estrazione di gas e petrolio, mentre in Germania finanzia il carbone

Alessandro Longo e Maurizio Bongioanni
La banca britannica HSBC ha affermato di volersi impegnare per il clima © fazon1/iStockPhoto
Alessandro Longo e Maurizio Bongioanni
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A metà dicembre la banca inglese HSBC si è impegnata a non finanziare direttamente nuovi progetti di estrazione di gas e petrolio. La decisione, molto celebrata dalla stampa, rientra nella sua strategia per arrivare a zero emissioni entro il 2050. Con una drastica riduzione già entro il 2030. L’obiettivo di fondo è quello di contribuire a limitare il riscaldamento globale entro gli 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali, come gli scienziati chiedono a gran voce.

Dunque gas e petrolio sono nemici del clima. Che dire però dell’impatto del carbone? Come rivela il Bureau of investigative journalism, infatti, HSBC ha concesso un prestito di 340 milioni di dollari alla compagnia energetica tedesca RWE, responsabile dello sgombero di migliaia di manifestanti che si stanno opponendo all’ampliamento di un’enorme miniera nei pressi di Lützerath, in Germania.

HSBC parla di sostenibilità ma finanzia il carbone

Lützerath è un piccolo villaggio situato nel Nord Reno-Westfalia, tra Aquisgrana e Düsseldorf. Qui vivevano un centinaio di persone fino al 2006, anno in cui è iniziato l’esodo per far spazio alle due più grosse miniere di lignite del mondo, Garzweiler e Hambach. Alla fuga forzata degli abitanti di Lützerath si è opposta una nutrita rete di collettivi ambientalisti.

Il 7 gennaio 2023 si è tenuta una manifestazione partecipata da circa 7.500 persone. Tra i movimenti presenti in quell’occasione, ma anche nell’occupazione precedente e successiva del villaggio, sono passati Fridays for Future, Ultima generazione, Greenpeace e molti altri. La reazione della polizia non si è fatta attendere: l’11 gennaio le forze dell’ordine hanno dato il via allo sgombero dell’area. Alcune persone sono state trascinate via con la forza, altre sono salite sugli alberi (c’è una legge federale, infatti, che proibisce il taglio degli alberi: così gli ambientalisti sperano di mantenere il presidio). Alla manifestazione, durata più giorni, ha preso parte anche la celebre attivista svedese Greta Thunberg.

L’impegno di HSCB, sulla carta

HSBC è la prima banca europea per capitalizzazione di mercato e la decima a livello mondiale. Fa parte della Net-Zero Banking Alliance, l’alleanza tra le banche di tutto il mondo per raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni nette entro il 2050. Tra le varie iniziative intraprese a livello mondiale per cercare di limitare il riscaldamento globale, la promessa di HSBC di evitare di finanziare progetti sui combustibili fossili diventerebbe una di quelle più significative. Nell’annuncio nel suo sito si legge, infatti, che non fornirà più capitali a «progetti che riguardano nuovi siti estrattivi di gas e petrolio e infrastrutture il cui uso primario è connesso a nuovi siti».

Ma istituto londinese si è addirittura spinto oltre. Si infatti impegnato a non concedere nuovi finanziamenti – ed eventualmente a ritirare quelli esistenti – a clienti privi di piani di transizione energetica, o con piani ritenuti incoerenti e insufficienti. Infine, nell’ultima versione del documento «energy policy», ha posto alcune restrizioni a vecchi e nuovi possibili clienti. Che, per esempio, non possono spendere in attività esplorativa alla ricerca di nuovi giacimenti più del 10% del capitale destinato alle attività legate a gas e petrolio. E nemmeno avere attività legate alla produzione di energia in aree «critiche a livello sociale e ambientale».

I punti oscuri della svolta

Per quanto la decisione sia lodevole, ci sono due aspetti da evidenziare. Per quanto riguarda il sostegno economico a gas e petrolio, lo stop si riferisce solo ai progetti approvati definitivamente dopo il 31 dicembre 2021. Inoltre, è vero che la banca continuerà a fornire servizi finanziari o di consulenza ai clienti dell’industria energetica solo se i loro piani di transizione saranno consistenti con l’impegno di azzerare le emissioni entro il 2050. Ma non è specificato entro quando questi piani debbano essere adottati.

Ma la criticità più grande riguarda il carbone. Nel 2021, l’istituto inglese si era impegnato a ridurre la sua esposizione al finanziamento del carbone termico di almeno il 25% entro il 2025. Il sostegno all’ampliamento delle miniere tedesche inchioda HSBC alla realtà. Sempre secondo l’indagine del Bureau of Investigative Journalism, il prestito alla compagnia che sta demolendo il villaggio tedesco doveva rimanere segreto e figure interne alla banca avrebbero raccomandato di non pubblicizzarne il coinvolgimento. Tale concessione va ad aggiungersi ai 2,4 miliardi di dollari che la banca dice di dedicare alla finanza sostenibile attraverso i cosiddetti sustainability-linked bond ma che, invece, finiscono in progetti che peggiorano la crisi climatica.

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Uno dei manifesti ritenuti fuorvianti dall’Advertising Standards Authority © Adfree Cities Twitter

D’altronde non è la prima volta che HSBC predica bene ma razzola male. Di recente l’Advertising Standards Authority britannica ha stabilito che due campagne pubblicitarie sugli impegni per il net-zero e la piantumazione di alberi fossero «fuorvianti». In uno dei manifesti sotto accusa, la banca evidenziava il proprio impegno a investire più di mille miliardi di dollari per aiutare i propri clienti ad azzerare le proprie emissioni. Nell’altro a piantare due milioni di alberi nel Regno Unito. Ma nessun riferimento veniva fatto sui finanziamenti al settore fossile.

Un caso di greenwashing bello e buono. Non a caso, secondo il rapporto Banking on Climate Chaos, HSBC è la tredicesima banca fossile al mondo. Con più di 17 miliardi di dollari investiti solo nel 2021 e più di 130 miliardi complessivi nei cinque anni successivi alla firma dell’Accordo di Parigi. Insomma, una cifra per niente irrilevante.

Quello delle banche è «un inganno di rango»

La vicenda dello sgombero apre uno squarcio nel modo di comunicare la sostenibilità. RWE ha preso in prestito un totale di 5,4 miliardi di dollari da un gruppo di 25 banche tra le quali non figura solo HSBC ma anche Barclays e Santander. Tutti istituti che si sono impegnati ad allineare i propri finanziamenti e investimenti al net-zero entro il 2050.

Alla Cop27 dello scorso anno, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha affermato che è riprovevole utilizzare «falsi impegni ambientali» per coprire l’espansione «disordinata» dei combustibili fossili. «È un inganno di rango», ha aggiunto. «Questo insabbiamento tossico potrebbe spingere il nostro mondo oltre il precipizio climatico. La finzione deve finire».