Un’altra grande banca otterrà un altro lasciapassare?
di Stuart McWilliam, Senior Campaigner del team sul riciclaggio di Global Witness. Questo articolo è apparso sul blog Global Witness. La questione della cattiva condotta diffusa ...
di Stuart McWilliam, Senior Campaigner del team sul riciclaggio di Global Witness. Questo articolo è apparso sul blog Global Witness.
La questione della cattiva condotta diffusa delle banche, e il fatto che vengano considerate too big to jail, ”troppo grandi per la galera”, è di nuovo sotto i riflettori. Credit Suisse dovrà affrontare un’udienza per avere aiutato cittadini statunitensi a eludere miliardi in tasse per diversi decenni. La banca si è dichiarata colpevole di reato ed è stata colpita con una multa 2.650 milioni dollari da parte delle autorità statunitensi. Secondo la legge, la condanna solleverebbe la banca dalla possibilità di esercitare ulteriori operazioni di business. Credit Suisse tuttavia ha già chiesto al Dipartimento del Lavoro (DoL) di concedere una deroga a questa sanzione.
I membri della Camera dei Rappresentanti hanno chiesto a loro volta che il DoL tenga conto delle ragioni per le quali una deroga potrebbe rappresentare una pessima idea. I politici sono preoccupati che l’esenzione sia fin troppo probabile, dato che è stata concessa ad ognuna delle 23 istituzioni finanziarie già soggette al divieto. Una delle loro principali preoccupazioni è il pericolo che una esenzione rafforzerebbe l’attuale mancanza di deterrente.
Questi timori sono reali e ben fondati, e chiaramente corroborati dall’esempio Credit Suisse. Quando la banca si è dichiarata colpevole di aiutare consapevolmente i cittadini statunitensi a eludere miliardi di dollari di tasse per diversi decenni, ed è stata colpita con una multa di 2,6 miliardi di dollari, il procuratore generale ha utilizzato questo fatto per asserire che nessuna banca fosse “troppo grande per andare in prigione”. Eppure, il giorno successivo il Capo Esecutivo della banca ha affermato di non aver “visto alcun impatto significativo sul nostro business derivante dalla pubblica attenzione accresciuta su questo tema nelle ultime settimane.” E ‘difficile fuggire dalla conclusione che Credit Suisse non sia “andata in prigione”, letteralmente o metaforicamente, e che la pena non sia stata abbastanza forte.
Il caso è parte di un problema più ampio di scarsa regolamentazione. Un punto fortemente evidenziato dal senatore Elizabeth Warren in una lettera alle autorità statunitensi quando ebbe a scrivere: “Se le grandi istituzioni finanziarie possono infrangere la legge e risolvere pagando parte degli utili generati dagli illeciti, non avranno molti incentivi a seguire la legge”.
Ciò che è mancato nel caso Credit Suisse è stata la mancanza di una pena per la responsabilità personale dei dirigenti. Fino a quando i dirigenti bancari non cominceranno ad essere multati, a perdere il lavoro, ad essere esclusi dall’attività, e in casi estremi, di fronte a sanzioni penali, ad essere arrestati, non riterranno di dover seguire le norme vigenti, continuando così ad infrangere la legge.