Come sarà la presidenza Trump? Alcune anticipazioni

Ecco alcuni spunti che possono farci intravedere cosa ci aspetta nei prossimi quattro anni di presidenza Trump.

Gif via Next quotidiano
 
Il miliardario neoeletto, fortemente allergico alle regolamentazioni, ha più volte ribadito di voler cancellare il Dood-Frank Act, una riforma finanziaria approvata nel 2010 per allontanare quanto più possibile il rischio di nuove crisi, nuovi crack e di nuovo necessità di intervento pubblico. Questa legge prevede, per esempio, che le grandi banche che operano negli Stati Uniti debbano preparare dei living will, dei piani che descrivono in anticipo le strategie e i meccanismi di risoluzione di eventuali stati di crisi e le modalità di fallimento in caso di nuova insolvenza, escludendo la possibilità ricorrere a forme di salvataggio. Forse non la soluzione a tutti i problemi, di certo uno dei pochi interventi post-crollo Lehman Brothers per tentare di evitare che succeda di nuovo.
Si iniziano a fare nomi di possibili ministri: per il Tesoro, per esempio, Steven Mnuchin, per molti anni banchiere di Goldman Sachs e Jamie Dimon, amministratore delegato di JPMorgan. Se l’intenzione di Trump era quella di battersi contro Wall Street, forse sta sbagliando squadra.
E le borse che dicono? Secondo il Financial Times il giorno dopo il voto non c’è stato il panico che qualcuno pronosticava perché, tutto sommato, Trump ricorda Reagan: gli indici azionari hanno fatto prima finta di spaventarsi, poi sono tornati a salire perché hanno annusato tagli alle tasse. Wall Street salterà sul carro del vincitore. (Probabilmente in carrozza, come dicevamo). Trump ha anche la fortuna di ereditare una fase di discreta crescita economica e mediamente alta occupazione. Secondo il Financial Times, se nel settore pubblico Reagan spese in armamenti, Trump potrebbe farlo in infrastrutture: c’è il potenziale per 8 anni di Reaganomics. Tanti auguri a tutti.
Sempre a proposito di reazioni dei mercati, volano le azioni delle aziende che gestiscono prigioni private negli Stati Uniti. Obama (e Clinton) era intenzionato a ridurne l’utilizzo. Chissà quali sono le intenzioni di Trump in materia? Ottimi risultati anche per le aziende energetiche e chissà se c’entra qualcosa il fatto che Trump neghi l’esistenza dei cambiamenti climatici, bollandoli come invenzioni di presunte lobby ambientaliste e abbia intenzione di rilanciare progetti dannosi per l’ambiente, come il Keystone Pipeline.
Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino, saranno quattro anni di ottimi affari per Wall Street. Un po’ meno per i cittadini (americani e non solo).
 
Foto: Gage Skidmore