In Europa nascono le “banche digitali verdi”
Dalla Francia alla Germania alcune banche si propongono come istituti “verdi”. Occorrerà verificarne i comportamenti, ma la notizia ci insegna già qualcosa
OnlyOne, Green-Got, Helios. Si tratta di nomi ancora quasi sconosciuti. Ma che potrebbero entrare a far parte della quotidianità di un buon numero di cittadini francesi. Sono state battezzate così, infatti, le tre nuove “banche digitali verdi” che nei prossimi mesi si lanceranno sul mercato finanziario transalpino. Promettendo di essere rispettose dell’ambiente e di fare la loro parte nella battaglia contro i cambiamenti climatici.
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«Cambiate banca per cambiare il mondo»
Gli slogan che hanno scelto si inquadrano perfettamente in questa linea. «Depuriamo la banca», invita Helios. «Il conto a impatto positivo», promette OnlyOne. «Cambiate banca per cambiare il mondo», afferma Green-Got. Allo stesso modo, la tedesca Tomorrow si propone come istituto di credito alternativo invitando a diventare suoi clienti con queste parole: «Aiutateci a risolvere la più grande sfida della nostra generazione». Quella legata appunto alla crisi climatica. La speranza delle nuove realtà finanziarie è di intercettare una consapevolezza sempre più viva nella società europea in merito alla necessità di operare una transizione ecologica. In ogni settore, anche in quello bancario.
«I clienti si pongono domande su ciò viene fatto con il loro denaro e noi, nuove banche, dobbiamo indicare delle soluzioni», ha spiegato Kamel Nait-Outaleb, fondatore di OnlyOne, secondo quanto riferito dal quotidiano Novethic. Dal punto di vista tecnico, si appoggeranno su partner che hanno a disposizione una licenza bancaria in Francia. Come nel caso di Treezor per OnlyOne e della tedesca Solaris Bank per Helios . Tuttavia, è proprio da questo particolare che sorgono alcuni dubbi.
I dubbi legati all’uso del denaro dei correntisti
Benché nel caso di Helios i depositi saranno infatti “isolati” (e una parte sarà destinata a progetti eco-compatibili) in generale il denaro sarà conservato “altrove”. Chi può assicurare che esso verrà investito in modo sostenibile? Il rischio è che sia difficile controllare se i capitali verranno davvero concentrati in operazioni in grado di tutelare l’ambiente e difendere il clima.
I tre istituti di credito tuttavia promettono anche altri tipi di servizi “verdi”. C’è chi proporrà ad esempio un’assicurazione-vita dedicata alla transizione. O chi verserà un euro al mese, per ciascun cliente, a progetti contro la deforestazione. Sarà messo inoltre a disposizione un servizio che permetterà di calcolare la propria carbon footprint (l’impatto in termini di emissioni di CO2) in base alle proprie abitudini e ai propri comportamenti.
La banca tedesca TomorrowPer quanto occorra verificare sul campo la bontà delle proposte, ciò che è interessante è senz’altro la dinamica complessiva. Il fatto cioè che si senta il bisogno di riempire un vuoto. Se infatti anche le banche “tradizionali” presenti in Francia propongono ormai da tempo prodotti e servizi “sostenibili”, in molti vorrebbero potersi orientare verso soggetti “totalmente” verdi.
Cresce la coscienza ambientale dei cittadini europei
Troppo spesso alcuni istituti di credito e fondi d’investimento offrono servizi green con una mano. E, con l’altra, continuano a finanziare compagnie legate allo sfruttamento di carbone, petrolio e gas. Le cifre pubblicate nello scorso mese di aprile nel rapporto intitolato Banking on Climate Change 2020 non lasciano dubbi.
Decine di grandi istituti di credito internazionali, tra il 2016 e il 2019 hanno concesso 2.700 miliardi di dollari al settore delle fonti fossili. Quanto basta per rendere sostanzialmente inutili le piccole iniziative di contorno su clima e ambiente.