Foche, il WTO conferma l’embargo europeo
Per la prima volta l'organismo internazionale ha dato la precedenza ai diritti degli animali rispetto ai dogmi del commercio.
L’Organizzazione mondiale del commercio ha dato torto ieri alla Norvegia e al Canada, che avevano presentato un ricorso contro la decisione dell’Unione europea – adottata nel 2010 – di imporre un embargo sui prodotti derivati dalle foche. Bruxelles aveva giustificato la decisione parlando di «preoccupazione etica da parte dell’opinione pubblica», riguardante in particolare i metodi di caccia particolarmente crudeli.
Si tratta di una decisione in qualche modo storica, perché il WTO per la prima volta ha posto i diritti degli animali davanti ai dogmi del commercio internazionale. Una scelta che, riferisce l’agenzia AFP, è stata contestata con decisione dal ministro canadese dell’Ambiente, Leonoa Aglukkaq, secondo il quale «la caccia alle foche è praticata da secoli in modo umano e sostenibile». Per il membro del governo canadese, inoltre, per via dell’embargo Ue, le popolazioni delle foche sono aumentate fortemente in Canada, il che metterebbe in pericolo le risorse ittiche in mare.
L’Ue, al contrario, ha ribadito la propria posizione, puntando in particolare il dito contro l’uso di alcuni strumenti di caccia (il cosiddetto “hakapik”), con il quale si colpiscono gli animali al fine di tramortirli prima di ucciderli.