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Biodiversità, la Convenzione Onu si apre in uno scenario drammatico

I 194 Paesi riuniti da ieri (e fino al 17 ottobre) in Corea del Sud si trovano a fronteggiare una situazione allarmante: i passi avanti rispetto all'ultima ...

 Scomparsa di specie animali, distruzione degli habitat naturali, ecosistemi sempre più degradati. È uno scenario allarmante quello con cui si è aperta ieri in Corea del Sud la Convenzione sulla diversità biologica (CDB) delle Nazioni Unite, che da venti anni riunisce 194 Paesi. I lavori si protrarranno fino al 17 ottobre, proprio nei giorni successivi alla pubblicazione, da parte del WWF di un rapporto estremamente allarmante, nel quale si afferma come il numero di animali selvaggi, terrestri e marini, si è dimezzato nei quarant’anni che vanno dal 1970 al 2010. 

Un’ulteriore conferma del fatto che gli obiettivi fissati dalla comunità internazionale – ed in particolare una migliore gestione della pesca, l’estensione delle aree protette, il ripristino degli ecosistemi degradati o ancora la soppressione delle sovvenzioni alle attività nocive per l’ambiente – non sono stati sufficienti. 

Nel corso dell’ultimo incontro della CDB – tenuto a Nogoya, in Giappone, nel 2010 – erano stati fissati in proposito una ventina di “target” da raggiungere entro il 2020. Ma le speranze di farcela sono ridotte: proprio per questo, riferisce l’agenzia AFP, il direttore del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, Achim Steiner, ha dichiarato che il documento dovrebbe «scuotere il mondo intero». «È chiaro che il grido di allarme che avevamo lanciato quattro anni fa non è stato ascoltato», ha aggiunto Julia Marton-Lefèvre, delegata dell’Unione internazionale per la Conservazione della Natura (organismo che riunisce agenzie governative, esperti e Ong).