Afghanistan, le banche accusate di aver finanziato il terrorismo
Deutsche Bank, Standard Chartered e Danske Bank sono accusate di aver sostenuto, indirettamente, Al Qaeda e i talebani in Afghanistan
Deutsche Bank, Standard Chartered e Danske Bank sono accusate di aver sostenuto, indirettamente, Al Qaeda e i talebani in Afghanistan. L’accusa è stata depositata presso un tribunale federale di New York a inizio agosto. A promuoverla quasi 500 familiari di militari e civili feriti o uccisi tra il 2011 e il 2016 in Afghanistan. Secondo i querelanti, le banche sapevano che i normali servizi finanziari forniti erano utilizzati da aziende e individui coinvolti in attività terroristiche. In barba alle dichiarazioni di sostenibilità ESG (Environment, Social, Governance) di queste stesse banche.
Una prova per la legge antiterrorismo del 2016
La legge alla quale si appellano i querelanti risale al 1990 e permette alle vittime di terrorismo di ottenere un risarcimento per i danni ricevuti. Nel 2016 la legge è stata ampliata per consentire azioni legali contro individui, organizzazioni o Paesi che sostengono direttamente o indirettamente il terrorismo contro gli Stati Uniti.
Sebbene la legge consenta di citare penalmente in giudizio le banche che offrono consapevolmente servizi finanziari a soggetti illegali, i giudici sono generalmente restii a procedere su questi casi, specialmente se collegati al terrorismo. Gli indennizzi, infatti, potrebbero essere così ingenti da costringere gli istituti bancari a chiudere.
I “rapporti” di Deutsche Bank, Danske Bank e Standard Chartered con il terrorismo
L’azione legale si basa su ammonimenti pubblici provenienti dalle autorità statunitensi su aziende e persone collegate con reti terroristiche. The Mail on Sunday riferiva nel 2019 di un incontro tra un alto funzionario del dipartimento della Difesa e i dirigenti della Standard Chartered. Obiettivo: illustrare gli sforzi del governo degli Stati Uniti per bloccare la fornitura di fertilizzante ai terroristi per la produzione di bombe. Tra i fornitori figuravano infatti clienti della banca inglese.
Secondo i querelanti, inoltre, le banche sarebbero state a conoscenza della natura illegale delle attività dei loro clienti. Deutsche Bank, per esempio, avrebbe applicato tassi più elevati per il trasferimento di denaro di alcuni clienti. Tra questi Altaf Khanani, un pakistano che il governo statunitense aveva segnalato come riciclatore di denaro per i terroristi.
A settembre 2020 Buzzfeed rivelava una presunta, complessa rete di scambi, detta mirror trading, che avrebbe permesso a Deutsche Bank di spostare denaro da un Paese all’altro per conto di Al Qaida e dei talebani. Già nel 2019 le autorità statunitensi avevano avviato indagini sul colosso tedesco per l’utilizzo di tali sistemi con finalità di riciclaggio.
Banche e riciclaggio di denaro
Accuse e critiche alle banche per il loro aiuto, di fatto, nel riciclare denaro e per il finanziamento di attività illecite ricorrono con frequenza. È dello scorso anno l’inchiesta denominata FinCEN Files condotta dall’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ) che metteva in luce un vasto sistema di riciclaggio di denaro. Sono stati 90 gli istituti bancari internazionali coinvolti. E oltre 2mila miliardi di dollari i flussi sospetti tra il 1999 e il 2017, in 170 Paesi nel mondo.
L’inchiesta
Riciclaggio di denaro sporco: oltre 90 banche coinvolte
Da Deutsche Bank a JPMorgan. Un giro di denaro da 2mila miliardi in 170 Paesi finiti nel traffico di droga e armi. Nell’inchiesta FinCEN files
Deutsche Bank era accusata di aver riciclato 1.300 dei 2mila miliardi oggetto dell’inchiesta FinCEN Files. Standard Chartered di intrattenere relazioni con la banca giordana Arab Bank, che secondo Washington finanza il terrorismo. La banca danese Danske Bank, invece, era finita al centro di uno scandalo nel 2018 quando fu rivelato un vasto sistema di riciclaggio di denaro, circa 200 miliardi di dollari.