L’Alleanza degli asset manager per il clima si ferma dopo l’addio di BlackRock

In seguito alla defezione di BlackRock, l'Alleanza degli asset manager per il clima sospende le attività e avvia una revisione interna

L'Alleanza degli asset manager per il clima si ferma dopo l'uscita di BlackRock © hapabapa/iStockphoto

Che i Repubblicani statunitensi non vedessero di buon occhio le iniziative per il clima lanciate da banche e società finanziarie era chiaro già da tempo. Che quest’ostilità si sarebbe esacerbata con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, altrettanto. Ma se a voltare le spalle alla principale coalizione di gestori patrimoniali è BlackRock, il più grande e potente in assoluto, il contraccolpo diventa troppo violento. E l’Alleanza degli asset manager per il net zero (Net zero asset managers initiative, Nzam) si ferma. Almeno per il momento.

Cosa succede all’Alleanza degli asset manager per il clima

Venerdì 10 gennaio BlackRock ha fatto sapere, attraverso una lettera inviata ai clienti, di essere uscita dall’Alleanza degli asset manager per il clima. Continuare a farne parte avrebbe «causato confusione sulle pratiche di BlackRock» e l’avrebbe sottoposta a «indagini legali da parte di vari funzionari pubblici», si legge negli stralci pubblicati dalle testate internazionali. La coalizione ha immediatamente replicato con un comunicato in cui ribadisce che «i rischi climatici sono rischi finanziari». E la sua stessa esistenza «aiuta gli investitori a mitigare questi rischi e cogliere i benefici della transizione dell’economia verso il net zero».

Il lunedì successivo, il 13 gennaio, è seguita un’altra nota che suona quasi come una resa. O, se non altro, come una pausa di riflessione. A seguito dei «recenti sviluppi negli Stati Uniti e delle diverse aspettative dei regolatori e dei clienti nelle giurisdizioni degli investitori», la coalizione avvia un processo di revisione interna. Durante questo periodo sospende tutte le attività di monitoraggio sui firmatari, su cosa stanno facendo e su come lo stanno rendicontando. In aggiunta, rimuove dal sito la sua dichiarazione d’intenti, l’elenco degli aderenti e i loro obiettivi e case study.

Un’iniziativa già debole rischia di essere ulteriormente annacquata

L’Alleanza degli asset manager per il clima sostiene che questo sia un passaggio necessario per continuare a perseguire la propria missione in un «nuovo contesto globale». Ma secondo Ben Cushing, direttore della campagna Fossil Free del Sierra Club, «capitolare davanti a politici negazionisti mina il dovere fiduciario dei gestori patrimoniali». Perché questo dovere fiduciario prevede anche «di mitigare i crescenti rischi posti dai cambiamenti climatici per i risparmi degli investitori». Cushing ci tiene a sottolineare che «troppi membri della Net zero asset managers initiative erano già ben lontani dal raggiungimento degli obiettivi volontari sul clima che si erano posti. Per questo, auspichiamo che questo “processo di revisione” porti a un innalzamento, e non a un abbassamento, degli standard che le società devono rispettare per restare nell’iniziativa».

Reclaim Finance, commentando la notizia, sottolinea come l’Alleanza degli asset manager per il net zero fosse la più vasta – 325 le adesioni, per un totale di 57mila miliardi di dollari di asset in gestione – ma anche tra le meno ambiziose. La mossa di BlackRock, dunque, è prevalentemente simbolica. Come peraltro la stessa società aveva candidamente ammesso. Spiegando di non aver mai modificato le proprie politiche di gestione dei portafogli per allinearsi ai requisiti richiesti. La palla – suggerisce Lara Cuvelier di Reclaim Finance – ora passa agli asset owner, cioè i clienti di BlackRock. Se prendono sul serio la crisi climatica, possono dimostrarlo. Per esempio affidando i loro capitali a qualcun altro.