Amazzonia e clima: lettera alla finanza
Certe operazioni finanziarie pesano come macigni sull'avanzata dei rischi climatici connessi al Climate Change.
Certe operazioni finanziarie pesano come macigni sull’avanzata dei rischi climatici connessi al Climate Change, tanto più se mettono a rischio l’ecosistema della foresta pluviale amazzonica.
Il concetto è stato espresso chiaramente in una lettera recapitata ai vertici del potente fondo speculativo BlackRock e della banca d’investimenti JPMorgan Chase. Una lettera che non può passare inosservata poiché a scriverla sono stati due politici USA, Sheldon Whitehouse (senatore per il Rhode Island) e Brian Schatz (senatore per lo stato delle Hawai).
Nello specifico, Witehouse e Schatz hanno inviato le loro missive a BlackRock e JPMorgan Chase in merito ai loro investimenti nelle compagnie petrolifere operanti in Amazzonia, evidenziando gli effetti negativi dell’estrazione petrolifera nella regione e il rischio finanziario e sociale associato all’investimento in società che ancora fanno profitto sui combustibili fossili.
A BlackRock e JP Morgan Chase viene perciò chiesto come intendano mitigare in futuro il rischio collettivo associato ai loro investimenti, e all’azione dei petrolieri nella regione dove resiste il più grande polmone verde del Pianeta, costantemente messo a rischio dall’avanzata degli interessi delle multinazionali.
La lettera, inviata lo scorso 22 marzo, giunge infatti sulla scia di un rapporto diffuso dalla ong Amazon Watch (Investing in Amazon Destruction) in cui si documenta come BlackRock, il più grande gestore patrimoniale del mondo, e JPMorgan Chase, una delle più grandi banche del mondo, sostengano compagnie petrolifere che agiscono in Amazzonia, nei territori di popoli indigeni, senza il loro consenso.
Una situazione che la direttrice esecutiva di Amazon Watch, Leila Salazar-López, commenta così in una nota pubblicata a seguito dell’iniziativa dei due senatori: «Mentre queste istituzioni finanziarie rimangono silenziose e continuano a lavorare come al solito, le donne dell’Amazzonia affrontano minacce di morte per difendere i loro territori e combattere contro il petrolio e l’industria mineraria. Nei giorni scorsi molti di loro hanno occupato la piazza presidenziale a Quito, in Ecuador, finché il presidente ecuadoriano non ha accettato di incontrarsi con loro per discutere la loro richiesta di nuove attività petrolifere o minerarie sulle loro terre ancestrali. Stanno alzando la voce non solo per proteggere la loro terra ma anche per assicurare un pianeta vivibile e un futuro collettivo per tutti noi. Tutti, comprese le istituzioni finanziarie come BlackRock e JPMorgan Chase, dovrebbero guidare la loro coraggiosa chiamata all’azione».