Bandcamp, l’anti-Spotify, è in crisi. Licenziata il 50% della forza lavoro

Bandcamp era considerata la piattaforma di musica più equa. Ma una serie di vendite societarie ha svuotato di senso il progetto

La parabola discendente di Bandcamp è iniziata con la vendita da parte di Epic Games © Alphacolor/Unsplash

Magari in Italia è poco conosciuto, ma Bandcamp è considerato il sito per la vendita di dischi più equo nei confronti dei musicisti indipendenti, perché garantisce a questi un controllo quasi totale sulla propria musica e chiede una commissione del 15% sulle vendite degli album (su Amazon è il 30%). Ciò significa che l’80-85% va direttamente all’artista o alla sua etichetta. 

Un progetto che però è entrato in crisi dopo l’acquisizione da parte del gigante dei videogiochi Epic Games che, a sua volta, ha venduto Bandcamp a un’altra società. Insomma, il progetto di Bandcamp, che si vantava di essere l’anti-Spotify mondiale, ora non c’è più. 

Bandcamp è considerata la piattaforma più equa per gli artisti musicali © Jamakassi/Unsplash

Dopo la vendita, licenziato il 50% del personale

Da quando a marzo 2022 Epic Games ha comprato Bandcamp, è iniziata la parabola discendente per il sito musicale. Parabola arrivata al suo culmine il 16 ottobre 2023, quando Epic Games lo ha venduto alla società di marketing musicale Songtradr, che si occupa soprattutto di licenze. Pochi giorni dopo la vendita, il 50% del personale di Bandcamp è stato licenziato. 

Come ha scritto in questi giorni il sito 48 Hills, si tratta di una «novità devastante» per la piattaforma, che ha sede a Oakland, California. O, usando le parole del critico musicale Giovanni Ansaldo, è sparito «il raro luogo in cui gli artisti potevano guadagnare un compenso decente e dove gli ascoltatori in cerca di musica non si affidavano agli algoritmi, ma alla scrittura e al lavoro di una squadra piccola ma molto competente». 

I licenziamenti di massa di Songtradr hanno portato a una resa dei conti che molti temevano sarebbe arrivata. Soprattutto perché sembra che i nuovi proprietari stiano vanificando gli sforzi dei dipendenti di creare un sindacato chiamato Bandcamp United. Infatti, otto membri del direttivo del sindacato rientrano tra i licenziati.

«Mentre gli algoritmi prendono gradualmente il controllo dell’industria musicale, Bandcamp ha preservato un atteggiamento umano, incentrato sull’artista. Mantenere il valore che Bandcamp attribuisce alla musica è fondamentale per gli artisti di tutto il mondo e inizia con la valorizzazione dei lavoratori che l’hanno trasformata nell’amata piattaforma che è oggi» recita la petizione lanciata dalla Bandcamp United, che ha raccolto più di 10mila firme.

Cosa dicono gli artisti che lavoravano con Bandcamp

Bandcamp è stato fondato nel 2007 e ha iniziato a guadagnare popolarità e ad essere adottato su scala globale a partire dal 2010. Contrariamente alle piattaforme di streaming più ampie e famose come Spotify, Bandcamp si concentra sull’idea di possedere la propria musica, che può essere acquistata in formato digitale o fisico. L’approccio della piattaforma si basa sulla collaborazione tra gli ascoltatori e gli artisti, promuovendo un senso di appartenenza a un progetto che distribuisce i guadagni in modo ritenuto da molti più equo.

Sempre Ansaldo riporta le parole di Sadie Dupuis della rock band di Filadelfia Speedy Ortiz, che distribuisce la sua musica sulla piattaforma Bandcamp. «Questa acquisizione da parte di Songtradr ha bruciato più di dieci anni di buona volontà che Bandcamp ha regalato agli appassionati di musica». Nel 2019 i Radiohead la usarono per pubblicare gli inediti di «OK Computer» che erano stati loro rubati, così da tagliare le gambe ai malintenzionati.

Le questioni legali di Epic Games

La vendita di Bandcamp arriva nel pieno di una più ampia operazione di Epic Games, ossia il taglio del 16% della sua forza lavoro (circa 870 dipendenti). La società ha deciso di concentrarsi esclusivamente sul proprio core, che sono i videogiochi. Tra quelli più famosi bisogna sicuramente ricordare Fortnite.

Ma Epic Gams è anche coinvolto in due processi contro due giganti della Silicon Valley: prima Apple, nel 2020, e ora Google. Al centro, il sistema di commissioni sugli store. Epic Games si è infatti schierata contro Apple Store e Play Store, che richiedono il 30% di commissioni sulle vendite. Dapprima ha offerto i crediti per giocare a Fortnite (la sua fonte di guadagno principale) al di fuori dei negozi di app, per evitare di pagare le commissioni, ma così facendo ha infranto le regole di contratto. Per questo motivo, Apple e Google hanno cancellato Fortnite dai rispettivi negozi.

Questo ha spinto Epic Games alla fase successiva, vale a dire fare causa per posizione dominante sia ad Apple che a Google. Apple si è già difesa in tribunale, vincendo la causa contro Epic Games. Il 6 novembre 2023, a San Francisco, si aperto il processo contro Google: secondo diversi esperti, la società di videogiochi rischia di perdere di nuovo. Una situazione che di sicuro non sta facendo bene alle casse di Epic Games e di conseguenza al suo piano di liquidazione, in cui è incappata anche Bandcamp.