Brasile, hanno già vinto le interferenze estere e la “congiura dei robot”

Il Brasile è a 48 ore dalla probabile vittoria del candidato dell'ultradestra Bolsonaro. Dietro di lui fake news e un programma basato su armi, tortura e neoliberismo

Teresa Isenburg
Teresa Isenburg
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Inutile fare pronostici o interrogare l’opaca sfera di cristallo dei sondaggi. Con il primo turno delle elezioni presidenziali del 7 ottobre 2018, la situazione politica in Brasile si è polarizzata fra un’ estrema destra fascistizzante e una sinistra riformatrice.

Il centro tradizionale si è dissolto, aprendo la via all’estrema destra. L’ élite oligarchica brasiliana, dunque, limitata di numero, ma padrona quasi unica della ricchezza nazionale, ha scelto coscientemente lo scontro di classe diretto.

https://valori.it/elezioni-brasile-pt-bolsonaro-populista/

Un terremoto che viene da lontano

Come è avvenuto un tale spostamento di voti? Non di colpo, almeno dal giugno 2013, trainato dai mass media monopolistici tradizionali. Ma nel corso della campagna elettorale, compressa nel solo mese di settembre per la tardiva accettazione dei candidati, di importanza primaria è stato l’uso strategico dei social media, in particolare di whatsapp, per bombardare di fake news e notizie ingannevoli ignari cittadini.

Sono stati rilevati 500mila robot attivi da settembre con base in Massachusetts, India, Pakistan e altrove. Dati di fatto sono:

  • una coincidenza fra la frenetica attività robotica e l’impennata del candidato di estrema destra, peraltro mai uscito di casa per fare campagna;
  • l’ammissione (dopo il primo turno) della dirigenza di Facebook del furto (?) di 30 milioni di indirizzi;
  • infine dopo reiterate denunce la chiusura di piattaforme di whatsapp in paesi esteri e in Brasile e il parallelo modificarsi delle proiezione elettorali.

Ma perché raccontare vicende già verificatesi altrove di interferenze virtuali in elezioni? Perché l’enormità quantitativa indica un salto di qualità all’interno della guerra ibrida che destabilizza il pianeta alimentando il caos, causa e conseguenza della decennale crisi.

Il programma di Bolsonaro: armi, tortura e liberismo

Secondo gli analisti elettorali, i milioni di false notizie incitanti all’odio e alla costruzione del nemico da odiare hanno veicolato e veicolano tre tipi di messaggi:

  • il primo è quello di antipolitica e antipartititismo contro la sinistra: “tutti uguali, tutti corrotti ecc., quindi scegli il candidato non politico e nuovo” (di estrema destra);
  • il secondo è quello della paura per la sicurezza che si risolve con armi a tutti;
  • il terzo è il moralismo che chiede il controllo violento del corpo di donne, gay e minoranze, neri. Basandosi su un’ analisi sociologica dei comportamenti individuali nei social, vengono scelti i destinatari dei tipi di messaggi per ottimizzare l’adesione alla proposta fascistizzante. .

Il programma dell’estrema destra è semplice: armi a tutti, abbandono dei trattati internazionali (diritti umani, clima ecc.), legittimazione della tortura, guerra al Venezuela e così via. Sul piano economico ultraneoliberismo che si può sintetizzare nella crudele e impronunciabile scuola elementare a distanza.

Anche il programma della sinistra è semplice: inclusione sociale e convivenza rispettosa, politica estera distensiva e di integrazione.


source: tradingeconomics.com

Le interferenze geopolitiche

Domenica prossima, dunque, due visioni del mondo sono una di fronte all’altra. Non si tratta di un fatterello a sud dell’equatore. Le ricadute degli indirizzi della Federazione brasiliana sono vaste.

L’eversione del 2016 in Brasile che ha (come da programma) indebolito il BRICS non può avere a che fare con l’avvicinamento fra Federazione russa e Repubblica popolare cinese che sta ridisegnando la geopolitica? L’intervista di Stave Bannon (la cui nera ombra ammorba da agosto il Brasile) sul Corriere della Sera del 22 ottobre che annuncia (impunemente) che manipolerà le elezioni europee con le sue conoscenze e capacità tecnologiche (sperimentate sul campo in Brasile) non ci deve preoccupare?

* L’autrice è professore ordinario di Geografia all’università Statale di Milano. Fra i suoi temi di ricerca: acqua e territorio, la produzione sociale dello spazio in Italia, spazio sociale e illegalità, territorio e società in Brasile. Tra i suoi libri, “L’Amazzonia e la sua foresta” (Jaca Book, 2012), “Brasile. Una Geografia politica” (Carocci, 2006), “Il cibo. Tra eccesso e penuria” (Claudiana, 2005).