Cellulari, wifi e principio di precauzione in discussione in Francia
Un gruppo di deputati ecologisti ha presentato una proposta di legge per regolamentare gli apparecchi che emettono onde elettromagnetiche: per la prima volta il parlamento ...
Per la prima volta, il parlamento francese si occuperà di una questione che probabilmente non è stata ancora indagata a sufficienza. Si tratta delle onde elettromagnetiche emesse dai router wifi e dai telefoni cellulari, ormai presenti in ogni casa.
I deputati ecologisti dell’Assemblea nazionale hanno depositato infatti una proposta di legge che si basa sul principio di precauzione, e che verrà dibattuta nelle prossime settimane. Nel testo originale presentato in Aula, si chiedeva che fosse effettuato uno studio ad hoc sull’impatto sanitario e ambientale delle nuove tecnologie. E si domandava inoltre che fosse vietato l’utilizzo di tali strumenti negli asili nido e nelle scuole. Un emendamento presentato dal partito socialista ha tuttavia cancellato le due proposte, suscitando le critiche dei parlamentari e delle associazioni promotrici, che hanno puntato il dito contro le lobby industriali e finanziarie. Da parte sua, il partito socialista ha spiegato di aver chiesto ed ottenuto la cancellazione per via dei rischi legati all’applicazione del principio di precauzione, normalmente utilizzato per questioni ambientali, anche in materia di sanità.
Resta, in ogni caso, presente la richiesta di imporre ai fabbricanti dei router un sistema semplice per disattivare in ogni momento le antenne wifi. E, soprattutto, rimane la possibilità di aprire un dibattito in Parlamento, nel corso del quale si ricorderà certamente il fatto che l’Organizzazione mondiale della sanità ha classificato i campi elettromagnetici come “potenzialmente cancerogeni” per l’uomo. Indicazione confermata anche da un rapporto redatto da un gruppo di ricercatori indipendenti per l’associazione Bio Intiative.
Va detto che il dibattito scientifico sulla possibile nocività di antenne wifi e telefoni cellulari è ancora aperto. Ma è chiaro che un’eventuale conferma della nocività dei campi elettromagnetici da loro emessi risulterebbe nefasta, se si considera la quantità di onde alle quali ciascuno di noi è oggi esposto.