Le mamme per il clima che se la prendono con le banche

Climate Families NYC è un gruppo di mamme che fa attivismo per il clima con un obiettivo chiaro: i finanziatori delle fonti fossili

Una protesta davanti a una sede di Citigroup © Climate Families NYC/Instagram

C’è un politico, in Italia, che ci ha abituati ai suoi commenti all’attualità «da papà». Negli Stati Uniti, invece, c’è chi fa attivismo per il clima «da mamma». E si rivolge in particolare a una mamma. Ma andiamo con ordine.

Fare attivismo per il clima in un modo adatto anche ai bambini più piccoli

«Sono solo ragazzini». Quante volte lo abbiamo sentito a proposito degli attivisti per il clima. E allora qualcuno rimarrà forse a bocca aperta davanti alle mamme di Climate Families NYC che organizzano proteste contro i principali finanziatori dei combustibili fossili. Ovvero una delle cause della crisi climatica. La loro storia la racconta una newsletter di The Fuller Project, un progetto editoriale dedicato a storie che coinvolgono donne in ogni parte del mondo.

Liat Olenick, una delle fondatrici di Climate Families NYC spiega perché queste mamme di New York hanno iniziato il loro attivismo. «La nostra missione è fare azioni dirette sul clima, rivolte al governo o alle istituzioni finanziarie, in un modo che sia significativo e adatto all’età dei bambini. E divertente per loro», spiega Olenick a The Fuller Project. «Se sei un genitore di un bambino, di un neonato o di un bambino piccolo, unirsi a un gruppo di attivisti regolari è davvero difficile per molte ragioni pratiche», continua Olenick. «Oppure gli eventi o le azioni stesse non sono adatti ai bambini».

Obiettivo di Climate Families NYC sono i finanziatori dei combustibili fossili

E perché prendere di mira i finanziatori dell’industria fossile, che per la maggior parte hanno i loro quartier generali nella Grande Mela? «Il rapporto dell’IPCC uscito quest’anno dice sostanzialmente: “Nessuna nuova espansione dei combustibili fossili, punto”», ricorda Olenick. «Le banche e i fondi di investimento che concedono prestiti alle aziende che producono combustibili fossili, o che sottoscrivono progetti, o che investono direttamente in essi, stanno consentendo non solo la continuazione dei progetti sui combustibili fossili, ma anche l’espansione di nuovi progetti che non sono necessari per il nostro fabbisogno energetico».

Secondo l’attivista, «una volta che le persone uniscono i puntini su ciò che questi istituti finanziari stanno facendo, e anche sul fatto che siamo newyorkesi e che tutte le loro sedi sono proprio qui, capiscono che si tratta di una grande opportunità».

Citigroup: tante parole, poca sostanza

Al momento il gruppo di attiviste è concentrato particolarmente su un obiettivo: Citigroup. Il gruppo bancario, infatti, è il secondo più grande finanziatore di combustibili fossili al mondo, secondo il rapporto Banking on Climate Chaos. Oltre a essere il più grande finanziatore del carbone negli Stati Uniti. Ma non solo: Citi è molto attenta alle donne e all’emancipazione femminile. E ha un amministratore delegato donna, Jane Fraser, che è una mamma. «Il che è davvero una rarità a Wall Street», osserva Olenick. «E noi siamo mamme. Quindi ci è sembrato di poter fare un appello diretto a lei in quanto mamma, e forse di poterla raggiungere in un modo in cui non potevamo raggiungere gli altri».

Citigroup, osserva l’attivista, ha espresso a parole molti impegni su cose come l’equità, la giustizia sociale e la diversità, e molti discorsi sull’attenzione al clima e sul lasciare un futuro migliore ai nostri figli. «Ma si tratta solo di retorica, se sono la seconda peggiore banca al mondo quando si tratta di finanziare i combustibili fossili». O forse di greenwashing? «È molto interessante perché sull’edificio, all’ingresso, ci sono grandi targhe con la certificazione LEED. E poi c’è un grande televisore che dice quante bottiglie di plastica hanno risparmiato. Vogliono essere visti come un’azienda che si preoccupa del cambiamento climatico, del Pianeta e delle risorse naturali, ma poi le loro politiche non sono all’altezza». E tutto questo, secondo Olenick, fa di Citigroup un bersaglio irresistibile per queste mamme preoccupate per il futuro dei loro figli su un Pianata che brucia.