CO2, in Europa il problema sono le emissioni dei più ricchi
Tra il 1990 e il 2015 le emissioni di CO2 della popolazione a reddito basso e medio sono diminuite nettamente. Quelle dei più ricchi sono invece cresciute
Che anche le emissioni di gas ad effetto serra nascondessero enormi disuguaglianze era stato spiegato a settembre da un rapporto dell’associazione Oxfam. Lo studio indicava che, nel periodo che va dal 1990 al 2015, l’1% più ricco della popolazione mondiale ha emesso il doppio della CO2 rispetto a quella attribuibile al 50% più povero. Un’ulteriore analisi pubblicata l’8 dicembre ha quindi rivelato nuove cifre, riferite in particolare all’Europa.
Disuguaglianze climatiche
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Le emissioni dell’1% più ricco della popolazione sono cresciute del 5%
I cittadini a reddito basso e medio del Vecchio Continente, sempre nel periodo 1990-2015, hanno infatti visto scendere le loro emissioni. In particolare, quelle attribuibili al 50% più povero sono calate del 24%. Mentre quelle del 40% considerato “a reddito medio” lo hanno fatto del 13%. Al contrario, le emissioni di CO2 del 10% più ricco della popolazione sono cresciute del 3%. E se si considera soltanto l’1% di ultra-ricchi, l’aumento è stato pari al 5%.
Se dunque in Europa si è registrato un calo complessivo delle emissioni, ciò è dovuto all’apporto del 90% meno abbiente. «La riduzione – ha commentato Oxfam – è coincisa con un aumento delle disuguaglianze economiche. Il che ha lasciato le emissioni degli europei più ricchi a livelli inaccettabili». Per questo l’associazione ha lanciato un nuovo appello ai governi e all’Unione europea, affinché operino per «introdurre principi di equità e di transizione giusta» nell’ambito del Green Deal. Il che significa imporre ai più ricchi di fare la loro parte. E, al contempo, «sostenere i più poveri nel processo di cambiamento».
Tra le possibili soluzioni una tassa sulle emissioni di CO2 legate ai beni di lusso
Ad oggi, infatti, il 10% più ricco della popolazione europea presenta un impatto climatico più di 10 volte superiore rispetto al livello che occorrerà raggiungere entro il 2030. Ciò se si vorrà limitare la crescita della temperatura media globale ad un massimo di 1,5 gradi centigradi, entro la fine del secolo, rispetto ai livelli pre-industriali. Mentre l’impatto dell’1% più ricco è ancora 30 volte superiore rispetto a ciò che sarebbe necessario ottenere. Anche il 50% più povero non risulta ancora allineato all’obiettivo. Ma le emissioni, in questo caso, andranno “soltanto” dimezzate, seguendo i cali già centrati negli ultimi decenni.
Secondo Oxfam, da ciò discende il fatto che per raggiungere livelli in linea con gli 1,5 gradi nel 2030 sarà necessario puntare soprattutto su misure pensate a contenere il peso dei più ricchi. In che modo? L’organizzazione non governativa spiega che le soluzioni esistono. Si può decidere di porre fine ai finanziamenti pubblici ai combustibili fossili. Si può puntare sull’efficienza energetica. O ancora si può introdurre una tassazione specifica sulle emissioni legate ai beni di lusso. Tutte misure a portata di mano. A patto che ci sia la volontà politica di adottarle.