Alla Cop28 camere d’albergo con vista sulla catastrofe climatica
All'arrivo a Dubai numerosi delegati hanno postato sui social network le fotografie dello “spettacolo” che si può osservare dalle finestre dei loro alberghi
Quando il presidente del Brasile Inácio Lula da Silva ha annunciato la candidatura del proprio Paese ad ospitare la trentesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, la Cop30 che si terrà nel 2025, lo ha fatto indicando la volontà di collocare la sede dell’evento nel pieno della foresta amazzonica. Ciò al fine di far toccare con mano ai delegati dei governi di tutto il mondo quali siano gli effetti concreti del riscaldamento globale e della deforestazione. Una scelta d’impatto, figlia del fatto che troppi dirigenti ancora oggi non si rendono conto dei rischi che l’umanità sta correndo a causa dell’incapacità di agire in modo serio ed efficace per abbattere le emissioni di gas ad effetto serra. Smettendo innanzitutto di bruciare combustibili fossili.
La Cop30, però, arriverà solo tra due anni. Nel frattempo, oltre 80mila delegati sono riuniti a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti per la Cop28. E paesaggio e atmosfera sono decisamente diversi rispetto a quelli che ci si potrà attendere in Brasile.
Nel frattempo alla Cop28, circondati dai combustibili fossili
Intanto, il prodotto interno lordo pro capite degli Emirati Arabi Uniti è tra i più alti al mondo. Ciò proprio grazie alle immense riserve di petrolio e gas a disposizione della nazione del Golfo. Circa il 30% del Pil, infatti, è legato all’esportazione diretta di greggio, di cui il Paese è settimo al mondo per riserve accertate. Gli Emirati Arabi Uniti producono una media di 3,2 milioni di barili di petrolio e prodotti derivati al giorno. Che vanno ad alimentare la crisi climatica.
Non solo. La Abu Dhabi National Oil Company (Adnoc) è un leader globale nel settore del petrolio e del gas ed è attiva in tutti i settori dell’industria. Prevede di raggiungere i 5 milioni di barili di capacità produttiva massima sostenibile entro il 2030. L’amministratore delegato è Sultan Ahmed al-Jaber, presidente della ventottesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite. Nomina che ha sollevato più di qualche critica.
Tutto questo sembra troppo? No, c’è ancora spazio per l’assurdo.
All’arrivo a Dubai numerosi delegati hanno postato sui social network le fotografie dello “spettacolo” che si può osservare dalle finestre dei loro alberghi: molte camere danno infatti sullo skyline della centrale a gas più grande del mondo. «Che ironia, per una conferenza che proprio a quelle fonti dovrebbe aiutare a dire addio», ha commentato uno di loro.