Cop28, l’IEA stronca già gli impegni assunti finora sull’energia

A due giorni dalla fine della Cop28, l’IEA pubblica uno studio che stronca gli impegni annunciati in pompa magna all’inizio della conferenza

Un momento dei negoziati alla Cop28 di Dubai © Christopher Pike/Cop28

Gli impegni volontari annunciati all’inizio della Cop28 di Dubai da oltre cento nazioni di tutto il mondo, e da alcune compagnie petrolifere, non basteranno. L’obiettivo di ridurre le emissioni globali di gas ad effetto serra del 30% entro il 2030, così, non potrà essere centrato. A spiegarlo non sono le organizzazioni non governative presenti alla conferenza delle Nazioni Unite ma l’International Energy Agency (IEA). Che fa planare così una doccia fredda su chi si era lasciato entusiasmare da annunci roboanti, applausi e strette di mano.

Solo 4 miliardi di tonnellate risparmiate su 38. Sempre che le promesse siano mantenute per intero

Al di là delle parole, infatti, le Cop vanno giudicate dai fatti. E l’analisi dell’IEA sugli impegni annunciati il 2 dicembre, che puntano a triplicare le rinnovabili e aumentare il tasso di miglioramento dell’efficienza energetica, lascia poco spazio a punti di vista e interpretazioni. Così come la Carta firmata da una cinquantina di compagnie petrolifere e del gas per decarbonizzare una (piccola) parte delle proprie attività.

Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, prima di tali annunci, le emissioni di CO2 legate al settore energetico – di qui al 2030 – sarebbero state pari a 38 miliardi di tonnellate. Gli impegni in questione valgono solamente 4 miliardi di tonnellate. E ciò a condizione che vengano rispettati al 100%.

«Siamo lontani da ciò che è necessario per l’obiettivo degli 1,5 gradi»

Non è vero, dunque, che grazie a tali promesse il comparto si potrà allineare ai target intermedi che dovranno poi portare all’azzeramento delle emissioni nette entro il 2050. «Benché si tratti di passi avanti, siamo ancora lontani da quanto necessario per permettere di mantenere gli obiettivi climatici internazionali. In particolare per quanto riguarda l’obiettivo degli 1,5 gradi centigradi», ha scritto l’IEA.

A Dubai mancano ancora due giorni di negoziati. Probabilmente, si continuerà a discutere ancora mercoledì. Forse giovedì. I governi ancora non riescono ad accettare all’unanimità che sia necessario includere il principio di un’uscita dalle fonti fossili nel testo del Global stocktake, la decisione principale attesa a Dubai. Intanto, sappiamo che gli impegni assunti finora sono largamente insufficienti.

Non agire significa condannare comunità, economie, Paesi interi alla catastrofe climatica. Tenuto conto del ritardo già accumulato finora, un fallimento alla Cop28 potrebbe risultare in questo modo determinante.