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EDITORIALE / Somoza: finanza avvoltoio sul debito

L'editoriale di Alfredo Louìs Somoza sul business del debito. A patirne sono i cittadini più poveri, a cibarsene i vulture funds, i fondi avvoltoio.

Alfredo Louìs Somoza
EDITORIALE ALFREDO SOMOZA da VALORI 154 dicembre 2017 gennaio 2018
Alfredo Louìs Somoza
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Quello del debito è un business basato sulla sofferenza, sul fallimento, sulla miseria. A patirne sono i cittadini, a cibarsene i vulture funds, i fondi avvoltoio.

“A differenza del passato, però, i Paesi in sofferenza sono ora anche europei. Dall’inizio della crisi finanziaria del 2008, il debito globale è cresciuto di oltre 60mila miliardi di dollari USA, dei quali circa un terzo a carico degli Stati a economia avanzata“: così mette il dito nella piaga Alfredo Luìs Somoza, scrittore e giornalista esperto di politica internazionale e autore dell’editoriale di apertura al dossier di Valori gennaio.

La spirale del debito riguarda infatti sempre più da vicino anche i cosiddetti “Paesi ricchi”, oltre a quelli più poveri, che da essa non sono mai usciti. E se gli appelli solidali non bastano, è quanto mi necessario ridurre a livello globale le disuguaglianze strutturali e limitare la libertà di manovra della finanza speculatrice.

Proprio quella finanza speculatrice, quei fondi avvoltoio, che sembrano essere fin troppo tutelati rispetto alla fragilità delle casse pubbliche. Non a caso Somoza, tra le altre riflessioni che svolge, sottolinea che “La grande novità di questi anni è stata la storica sentenza del giudice federale di New York Thomas Griesa del 2014 a proposito del debito argentino in mano ai fondi “vultures”. Ora per chi emette debito in dollari sotto giurisdizione statunitense sarà impossibile sfuggire a sentenze simili che ignorano la ristrutturazione del debito sovrano proposto dal Paese emittente garantendo il 100% del valore del debito contratto più gli interessi. Un precedente che cambia le regole finora seguite e che, in caso di default, ostacolerà i tentativi di ristrutturazione”.

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