Una ex lobbista di Facebook guiderà la protezione dei dati in Irlanda
Niamh Sweeney, ex dirigente di Meta, guiderà l’autorità irlandese sui dati. La sua nomina è un caso da manuale di "porte girevoli"
Questo articolo è parte di una serie dedicata ad approfondire i temi di Unchained – storie di ordinario capitalismo selvaggio, il nostro podcast settimanale. Ascolta qui tutte le puntate!
Il governo irlandese ha messo a capo della Commissione per la Protezione dei Dati (DPC) una ex dipendente di Meta, l’azienda proprietaria di Facebook, Instagram e WhatsApp. La notizia, diffusa dai media irlandesi, sta facendo discutere. Il DPC è infatti un organo che più volte si è scontrato con le grandi piattaforme come Facebook, e i critici temono che il suo background la renda eccessivamente malleabile di fronte ai giganti del web.
Chi è Niamh Sweeney e perché la sua nomina fa discutere
La Commissione per la Protezione dei Dati è l’autorità nazionale irlandese responsabile, come dice il nome, della protezione dei dati, in accordo con le norme europee sul tema. Esiste dal 1989, ma ha assunto centralità solo negli ultimi anni. L’Irlanda è infatti il Paese dove hanno la loro sede europea le principale aziende del settore digitale – Meta, Apple, Google – per via della legislazione fiscale particolarmente favorevole verso le grandi imprese multinazionali. Questo fa sì che le autorità regolatorie irlandesi abbiano assunto un ruolo importante anche al di fuori dei confini del Paese. «La DPC è la principale autorità regolatoria europea per Meta», commenta l’Irish Times, il più noto quotidiano irlandese.
La commissaria appena nominata è Niamh Sweeney. Entrerà in carica ufficialmente il 13 ottobre, e farà parte di un triumvirato con altre due persone. Sweeney è una ex-giornalista dell’emittente pubblica RTÉ che da vent’anni lavora nel mondo delle grandi piattaforme. Il suo ultimo incarico è stato nella multinazionale dei pagamenti digitali Stripe, ma prima ha ricoperto due ruoli dirigenziali in Meta. Sweeney è stata direttrice delle politiche pubbliche di Facebook per l’Irlanda e direttrice delle politiche pubbliche di WhatsApp per l’Europa. Per via di queste posizioni lavorative del passato la stampa irlandese la descrive come «ex-lobbista di Meta». Il suo è un caso di revolving doors, o porte girevoli. Si tratta di quel fenomeno per cui professionisti di un certo settore industriale passano a lavorare per le autorità regolatorie relative a quello stesso settore, o viceversa per cui ex-decisori pubblici finiscono a lavorare per le aziende che prima controllavano.
Il DPC irlandese e i rapporti privilegiati con le Big tech
«Il DPC e Meta si sono scontrati più volte negli ultimi anni. A dicembre, il DPC ha multato l’azienda tecnologica per 251 milioni di euro dopo le indagini a seguito di una violazione dei dati che ha colpito 29 milioni di account Facebook a livello globale», scrive l’Irish Times.
Le autorità irlandesi sono storicamente sensibili alle esigenze delle multinazionali del settore tecnologico perché, avendo queste sede nel Paese, rappresentano una fonte importante di ingressi per le casse pubbliche. «La nazione offre una bassa aliquota fiscale sulle società e tende ad essere indulgente quando si tratta di normative», si legge su Engadget, il magazine di Yahoo! dedicato alla tecnologia. «Il DPC si è guadagnato la reputazione di non chiedere alle grandi aziende tecnologiche di pagare multe per aver violato leggi come il Regolamento generale sulla protezione dei dati dell’UE. Di fatto, l’organizzazione è riuscita a riscuotere solo circa lo 0,6% dei miliardi di dollari di multe inflitte alle aziende tecnologiche».
«Speriamo che Sweeney sia disposta a opporsi ai suoi vecchi capi», è la conclusione.
Road to Belém: aiutaci a raccontare la Cop30
Nel 2025 la conferenza sul clima si terrà alle porte dell'Amazzonia. Vogliamo esserci per raccontarla con uno sguardo critico e indipendente. Ma abbiamo bisogno del tuo aiuto.



Nessun commento finora.