ExxonMobil ha fatto causa a due azionisti critici

ExxonMobil ha fatto causa a due azionisti critici per impedire loro di portare una proposta di riduzione delle emissioni

Exxon Mobil ha fatto causa a due azionisti critici per impedire loro di portare una proposta di riduzione delle emissioni © michelmond/iStockPhoto

Exxon Mobil ha fatto causa a due azionisti critici per impedire loro di portare una proposta in sede di assemblea degli azionisti. Le due società denunciate, Follow This e Arjuna Capital, hanno infatti elaborato un piano, da sottoporre a tutti gli investitori, volto all’accelerazione della riduzione delle emissioni. Avevano acquistato azioni del colosso petrolifero per avere occasione, all’interno delle assemblee degli azionisti, di portare il proprio punto di vista critico nei confronti dell’operato dell’azienda e proporre di intraprendere una direzione diversa. Hanno dunque elaborato una piano di riduzione delle emissioni, con particolare attenzione a quelle Scope 3.

Si tratta delle emissioni indirette, liberate non dalle attività materiali dell’impresa ma lungo la sua catena di valore. Le emissioni Scope 3 rappresentano gran parte dell’impronta carbonica del settore fossile, tra l’80% e il 95%. Nonostante ciò, sono quelle di cui meno si tiene considerazione nei piani di transizione ecologica. E lungo questa scia sembra voler procedere Exxon, che ha intentato un’azione giuridica contro Follow This e Arjuna proprio per evitare che potessero sottoporre agli azionisti l’urgenza del tema.

L’azionariato critico porta nelle imprese un’idea radicalmente diversa di valore

Le ragioni portate da ExxonMobil alla sua azione legale sono che le due società avrebbero acquistato le proprie azioni solo allo scopo di entrare nei luoghi decisionali e condurre una campagna di cambiamento nell’industria fossile. Avrebbero dovuto, secondo l’impresa, preoccuparsi innanzitutto dei profitti, di migliorare le performance economiche e di creare valore per gli azionisti.

Da diversi anni la pratica dell’azionariato critico si sta diffondendo all’interno delle organizzazioni che vogliono provare a rendere il mondo delle imprese più attento agli interessi collettivi. In Italia Fondazione Finanza Etica promuove azionariato critico in diverse imprese dal 2007. Simone Siliani, direttore della fondazione, ha commentato la causa legale di ExxonMobil parlando di uno scontro con una idea radicalmente diversa di “valore”. «Per loro», ha detto Siliani «è solo quello economico, i dividendi e il business as usual. Per noi azionisti critici il “valore” è anche e soprattutto quello di contribuire attraverso i propri investimenti ad una economia e ad un modello di sviluppo sostenibile anche per le future generazioni. Oggi questo vuol dire una vera transizione energetica per fronteggiare la crisi climatica».

I rischi climatici sono anche rischi economici per aziende e azionisti

La denuncia di ExxonMobil parte dall’assunto inverso, affermando che «Come le precedenti, questa proposta è concepita per servire l’agenda di Arjuna e Follow This, che mirano a “ridurre” la stessa società in cui investono».

«ExxonMobil», commenta Simone Siliani, «è come quei cattivoni dei film americani: tutti d’un pezzo, cocciuti e inamovibili nel perseguire i propri disegni criminosi. È l’unica fra le grandi imprese delle fossili che non ha neppure fatto finta (come molte delle altre) di darsi una verniciata di verde e passare, almeno parzialmente, alle fonti rinnovabili di energia».

Del resto, spiega il direttore, sono sempre di più le imprese che hanno compreso che i rischi climatici spesso si trasformano anche in rischi economici per l’azienda e gli azionisti. Questa nuova consapevolezza sta influendo sul loro operato: «Come azionisti critici abbiamo avuto un’esperienza importante per esempio con Generali che, comprendendo questo nostro ragionamento da azionisti responsabili, ha imboccato una concreta e coerente via d’uscita dalle fossili. Si può fare».

La strategia legale di ExxonMobil per mettere a tacere gli azionisti critici

Secondo Reuters, è la prima volta che ExxonMobil decide di mettere a tacere una proposta degli azionisti critici attraverso una causa legale e lo ha fatto in aperta sfida alle indicazioni della SEC sui casi in cui gli azionisti possono condurre o far accettare proposte. L’agenzia afferma che ExxonMobil vorrebbe chiudere questa vicenda con una sentenza favorevole entro il 19 marzo, visto che l’11 aprile ci sarà la consegna delle proposte da portare agli azionisti all’assemblea degli azionisti di maggio.

La società ha depositato la propria denuncia presso il tribunale di Fort Worth, in Texas, chiedendo l’esclusione della proposta dalla discussione dell’assemblea degli azionisti che si terrà a maggio. In un primo momento il caso era stato assegnato al giudice Reed O’Connor, nominato da George W. Bush e habitué di sentenze conservatrici su armi, diritti LGBTQ e assistenza sanitaria. O’Connor ha ricusato il caso e, anche se non ha dato motivazioni ufficiali, Reuters imputa il rifiuto al fatto che il giudice possegga azioni ExxonMobil. Il caso è in seconda istanza passato a Mark Pittman, fedelissimo di Donald Trump e noto per una serie di sentenze come quella del 2022 in cui ha dichiarato illegale il piano di riduzione del debito studentesco proposto dal presidente Biden, o quella in cui ha definito incostituzionale il divieto di porto d’armi per i giovani tra i 18 e i 20 anni in Texas.