Una finanza per la pace

Finanza etica contro il riarmo: la GABV rilancia la Dichiarazione di Milano e ribadisce che la pace è incompatibile con gli investimenti in armi

Martin Rohner
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Martin Rohner
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Viviamo in tempi complessi, segnati da profondi cambiamenti nel panorama internazionale. Una questione particolarmente delicata è la corsa al riarmo globale, che presenta sfide multiformi e interpretazioni diverse.

Recentemente, è stato superato un confine significativo che incide direttamente sulla finanza sostenibile e sulla finanza etica. Alcuni grandi istituti finanziari hanno iniziato a includere investimenti in armamenti – e persino in armi nucleari – all’interno dei loro fondi venduti come prodotti di finanza sostenibile.

Ad esempio, alla fine di marzo di quest’anno, Allianz Global Investors ha annunciato la rimozione di alcune esclusioni dai suoi fondi sostenibili, consentendo investimenti in società che generano oltre il 10% del loro fatturato da attrezzature e servizi militari. Allo stesso modo, nello stesso periodo, UBS ha allentato le restrizioni sui suoi fondi di sostenibilità per consentire investimenti in aziende produttrici di armamenti.  

Perché la finanza etica dice no agli investimenti in armi

Questi sviluppi hanno riacceso le discussioni intorno alla Dichiarazione di Milano: manifesto per una finanza di pace, rilasciata dalla Global Alliance for Banking on Values (GABV) durante l’assemblea generale di Milano nel febbraio 2024. La dichiarazione afferma che «finanziare armi e armamenti è incompatibile con qualsiasi definizione di finanza sostenibile». Nella ricerca di investimenti responsabili e focalizzati sulla sostenibilità, non ci può essere spazio per l’ambiguità. Investire nella produzione e nel commercio di armi e armamenti è antitetico ai principi dello sviluppo sostenibile.

La GABV è stata creata nel 2009 per mettere la finanza al servizio delle persone e del Pianeta. La pace, e la stabilità che ne deriva, è un prerequisito affinché la finanza possa raggiungere questo obiettivo: aiutare ad affrontare le sfide chiave del nostro tempo, come i cambiamenti climatici e le disuguaglianze sociale, che sono al centro del nostro lavoro. Non ci possono essere pace e stabilità se le istituzioni finanziarie continuano a finanziare la produzione e il commercio di armi.  

Questa posizione non è esclusiva di GABV; numerose organizzazioni e istituzioni dedicate alla sostenibilità condividono questo punto di vista. Sappiamo che l’industria degli armamenti non ha difficoltà ad attrarre investimenti, nonostante iniziative globali ampiamente adottate come gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite.

La Dichiarazione di Milano e l’impegno della GABV per una finanza di pace

L’impulso per la Dichiarazione di Pace di GABV a partire dal 2023 è stato significativamente influenzato dall’unica banca italiana aderente alla Global Alliance for Banking on Values. Su iniziativa di Banca Etica, Gabv ha condotto uno studio completo per valutare le posizioni delle banche aderenti all’alleanza sul finanziamento della produzione e del commercio di armi. I risultati hanno rivelato che nessuna delle banche GABV è coinvolta in tali attività di finanziamento. Sebbene le motivazioni varino – con istituzioni come Banca Etica guidate in questa scelta dai propri principi fondativi – esiste una conclusione condivisa tra queste banche: finanziare l’industria degli armamenti non è in linea con le pratiche sostenibili.

A ulteriore riprova di questo impegno, diverse banche etiche coinvolte in attività di investimento hanno attivamente sostenuto il Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW). Questo trattato sostenuto dalle Nazioni Unite, promosso da organizzazioni tra cui la Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari (ICAN), vincitrice del Premio Nobel per la Pace, mira a eliminare le armi nucleari a livello globale. Etica Sgr, parte del Gruppo Banca Etica, è stata una sostenitrice di spicco di questa iniziativa.

Continueremo a lavorare insieme per costruire una finanza per la pace. Insieme agli oltre 50 milioni di clienti e 100mila lavoratori e lavoratrici delle banche che aderiscono alla Gabv in 45 Paesi.


Martin Rohner è direttore esecutivo della Global Alliance for Banking on Values.  

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