Questo articolo è stato pubblicato oltre 5 anni fa e potrebbe contenere dati o informazioni relative a fonti/reference dell'epoca, che nel corso degli anni potrebbero essere state riviste/corrette/aggiornate.

«Fossili, motori di ingiustizia». 35 istituzioni cattoliche disinvestono

La scelta annunciata in occasione della Giornata mondiale della Terra 2018: smobiliterà 7,5 miliardi di euro. A guidare il gruppo Caritas Internationalis

Emanuele Isonio
Emanuele Isonio
Leggi più tardi

Per ora è solo un annuncio ma se dovesse essere seguito presto da azioni concrete, potrebbe far ricordare la Giornata mondiale della Terra 2018 come uno dei momenti più importanti per il processo di disinvestimento dalle fonti fossili: 35 istituzioni cattoliche operanti in 20 Stati diversi hanno infatti deciso di tagliare (e in molti casi azzerare) i fondi investiti in favore del petrolio e delle altre fonti energetiche inquinanti. In termini di valore economico, la scelta smobiliterebbe una cifra pari a circa 7,5 miliardi di euro.

«I poveri soffrono per la crisi climatica»

Tra le istituzioni coinvolte nella scelta, che fa seguito a quella – analoga – assunta nei mesi scorsi da altre 60 istituzioni – c’è Caritas Internationalis, la confederazione delle Caritas nazionali presenti in oltre 200 Paesi. Una delle più importanti istituzioni cattoliche, con una connessione diretta con la gerarchia del Vaticano ed un considerevole bacino di investimenti istituzionali. «I poveri soffrono molto a causa della crisi climatica e i combustibili fossili sono i principali motori di questa ingiustizia», ha spiegato il cardinale Luis Antonio Tagle, presidente di Caritas Internationalis. «Ecco perché abbiamo deciso di non investire più in combustibili fossili. Incoraggiamo le nostre organizzazioni membre ed altri gruppi ed istituzioni della Chiesa a fare lo stesso».

Gli italiani che rifiutano le fossili

Dell’elenco fanno parte anche tre banche cattoliche tedesche: Bank Im Bistum Essen eG, Pax Bank e Steyler Ethik Bank. Ma anche l’Italia è ben rappresentata. Il vescovo di Salerno – Campagna e Acerno, monsignor Luigi Moretti ha ad esempio spiegato la scelta che vincolerà la propria diocesi come impegno ufficiale in risposta all’appello lanciato da Papa Francesco che deve poi tradursi in azioni concrete. Sulla stessa linea d’onda anche il Movimento Cristiano Lavoratori, la Comunità di Nomadelfia, il Global Catholic Climate Movement (GCCM) e lo storico Movimento dei Focolari. Questi ultimi hanno sottolineato come l’impegno di disinvestimento rientri pienamente nello spirito del Movimento di «collaborare con istituzioni, associazioni e persone di buona volontà per risparmiare al nostro Pianeta le conseguenze nocive dell’utilizzo di fonti fossili».

Bergoglio: «rifiutare economie di esclusione»

L’annuncio coincide con un ulteriore appello di papa Francesco ad istituire delle pratiche finanziarie moralmente sane. Per questo, il pontefice ha dedicato il mese di aprile alle preghiere per l’economia, chiedendo ai fedeli cattolici di pregare «affinché i responsabili del pensiero e della gestione dell’economia abbiano il coraggio di rifiutare qualsiasi economia di esclusione e sappiano aprire nuove strade».