Francesca Albanese e le sanzioni degli Stati Uniti: «Non posso neppure aprire un conto corrente»

Le sanzioni statunitensi colpiscono Francesca Albanese: avrebbe voluto aprire un conto corrente presso Banca Etica, ma è impossibile

La Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati Francesca Albanese © Rafael Medeiros/Esquerda.net/Wikimedia Commons

Perfino la finanza etica ha le mani legate quando si tratta di aiutare una persona finita – senza prove, senza processi, senza possibilità di difendersi – nel mirino degli Stati Uniti di Donald Trump. La vicenda riguarda Francesca Albanese, giurista, ricercatrice e ormai da anni nell’occhio del ciclone per il ruolo di Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati. La sua colpa è nota: aver denunciato la situazione atroce della popolazione della Striscia di Gaza, da quasi due anni bombardata incessantemente, giorno e notte, dall’esercito di Israele. Una guerra che ha provocato più di 62mila morti, almeno 150mila feriti, oltre ad aver raso al suolo l’intera enclave palestinese.

Nel corso di una conferenza stampa tenuta a Roma, Albanese ha spiegato che le sanzioni che le sono state imposte per il suo impegno professionale, civile e umanitario le impediscono ormai perfino di godere dei diritti più elementari: «Io non ricevo donazioni, ma ho uno stipendio per il mio lavoro. Ho delle entrate e in questo momento non ho neppure la possibilità di aprire un conto bancario. Non posso avere neppure una carta di credito. E di conseguenza non posso fare neppure cose banali come affittare un’auto».

Francesca Albanese: «Per via delle sanzioni non posso aprire un conto corrente, avere una carta di credito o affittare un’auto»

L’impatto delle sanzioni imposte da Washington alla dirigente delle Nazioni Unite è stato toccato con mano anche da Banca Etica. Nelle scorse settimane, infatti, Francesca Albanese ha provato ad aprire un conto presso l’istituto di credito italiano.

Nazzareno Gabrielli, direttore generale di Banca Etica, ha raccontato la situazione vissuta, non nascondendo il «rammarico» e la «tristezza» per l’esito sfavorevole alla Relatrice speciale dell’Onu: «Nei mesi scorsi abbiamo ricevuto la richiesta di aprire un conto corrente e abbiamo accolto la domanda con il desiderio di offrire i nostri servizi a una persona che stimiamo e che svolge un incarico delicato e prezioso a difesa dei diritti umani».

«Meccanismi nati contro i criminali sono sfruttati per colpire una rappresentante delle Nazioni Unite»

Tuttavia, le regole imposte agli istituti finanziari hanno di fatto impedito l’apertura del rapporto bancario: «Nel corso delle verifiche necessarie previste dalla normativa italiana ed europea in materia di antiriciclaggio e contrasto al finanziamento del terrorismo, è emerso che la dottoressa Albanese risulta inserita nelle liste sanzionatorie statunitensi (la Sdn List dell’Ofac). La legge nazionale impone alle banche di effettuare questi controlli e, in caso di persone sanzionate, scatta un alert che espone la banca al rischio di gravi sanzioni in caso di apertura di un conto corrente».

Concretamente, «le liste Ofac, pur essendo emanate da un organismo  statunitense, condizionano l’intero sistema finanziario globale. Alle banche che non si adeguano possono essere comminate infatti “sanzioni secondarie” che comportano l’impossibilità di operare in dollari, l’esclusione dai circuiti internazionali di pagamento e persino sanzioni di importi insostenibili. Per cui, semplicemente, non abbiamo avuto margini di scelta».

Una giustizia parallela, con la finanza che diventa strumento esecutorio e passivo di decisioni politiche

«Queste normative antiriciclaggio e antiterrorismo – aggiunge Gabrielli a Valori.it – sono fondamentali, e sono nate dietro l’impulso decisivo proprio della finanza etica. Il meccanismo è sano. Servono però per colpire attività criminali, non una rappresentante delle Nazioni Unite alla quale si vogliono negare i diritti elementari. È una distorsione che lede la giustizia e di cui non possiamo che essere amareggiati».

La vicenda, in sintesi, spiega chiaramente come esista di fatto una giustizia parallela nel mondo. Una persona può essere sanzionata (ovvero condannata a una pena) in modo arbitrario e senza che il mondo intero possa, di fatto, opporsi. Il sistema finanziario mondiale diventa così uno strumento esecutorio e passivo di decisioni politiche assunte da un singolo governo. E, quando quel singolo governo è guidato da un estremista, i risultati sono questi.

12 Commenti

  • S

    Sergio Caserta

    Da socio e cliente di banca etica, nonché da cittadino democratico, ritengo che banca etica debba opporsi a questa norma eticamente ingiustificabile, adesso le vie legali nelle sedi opportune che sicuramente esistono nella giurisdizione italiana, europea ed internazionale. Qui stiamo assistendo alla criminalizzazione di una persona colpevole di fare il suo lavoro, per il diritto leso di un popolo

    • C

      Claudia

      Project manager

      Ciao Sergio, Banca Etica ci fa sapere che sta avviando interlocuzioni presso le Istituzioni pubbliche – uniche che potrebbero intervenire efficacemente – chiedendo che vengano presi provvedimenti che permettano di superare l'attuale situazione. E aggiunge che «sarà sua cura aggiornare la base sociale sugli esiti di queste relazioni».

  • M

    MARCO TESTA

    Sono un socio e cliente di Banca Etica da diversi anni , finanza etica e boicottaggio penso siano gli unici strumenti che possono servire per cambiare un modo orientato da tempo al profitto ed è importante diffondere questa consapevolezza La lotta al genocidio Palestinese è in questo momento una priorità e non si può che apprezzare il lavoro di Federica Albanese a difesa dei diritti e della vita dei Palestinesi . Pur comprendendo le difficoltà della Banca ad aprire una conto alla Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati ritengo doveroso come sottolineato dai commenti di altri liberi cittadini , che la banca si muova immediatamente a livello giuridico non solo in generale ma soprattutto in questo caso particolare , per porre rimedio a un meccanismo perverso che colpisce una persona che sta spendendo la propria vita per fare chiarezza sulla drammatica situazione del popolo palestinese e che si individuino strumenti alternativi per sostenerla finanziariamente in questo momento .

  • M

    MARCO TESTA

    Sono da anni cliente e socio di Banca etica ; ritengo che finanzia etica e boicottaggio siano gli unici strumenti in grado di modificare la deriva del Mondo verso il profitto e bloccare il genocidio di Gaza .Sono stupefatto che la mia banca non sia stata in grado di accettare com cliente la Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati Federica Albanese che sta spendendo la propria vita per difendere il diritto di esistere dwl popolo Palestinese. Ritengo che Banca Etica debba muoversi immediatamente a livello giuridico per modificare una normativa che se pur formulata per difendere la finanza etica , generi meccanismi perversi di questo genere e che faccia tutti i passi necessari per porvi rimedio , in generale è in questo caso particolare e per individuare gli strumenti alternativi necessari per porvi rimedio e sostenere economicamente la Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati e il Suo prezioso lavoro .

    • C

      Claudia

      Project manager

      Ciao Marco, Banca Etica ci fa sapere che sta avviando interlocuzioni presso le Istituzioni pubbliche – uniche che potrebbero intervenire efficacemente – chiedendo che vengano presi provvedimenti che permettano di superare l'attuale situazione. E aggiunge che «sarà sua cura aggiornare la base sociale sugli esiti di queste relazioni».

  • R

    Roberto Tallerini

    Credo che questa tremenda vicenda che coinvolge così gravemente questa persona sia una chiara evidenza di ciò che si muove ( e si è sempre mosso ) perché sarebbe ingenuo pensare che tutto ciò sia prodotto da una singola persona che peraltro appare più simile ad un personaggio da spettacolo che ad uno statista.

  • m

    michele de pasquale

    Sono un socio di Banca Etica nonchè cliente. Mi sarei aspettato dai rappresentanti di Banca Etica più che una spiegazione del loro rifiuto di aprire il conto, un moto chiaro e deciso di indignazione (comunicati stampa, e altre forme più coraggiose di esposizione…) denunciando l'applicazione strumentale di una normativa (antiterrorismo) ad un soggetto che simbolicamente incarna le motivazioni per cui è nata Banca Etica … Mi sarei aspettato l'immediata valutazione di strumenti giuridici per opporsi a questo uso strumentale della normativa antiterrorismo … Se Banca Etica deve distinguersi da un ordinario istituto bancario dovrebbe agire in tal senso. Sono molto amareggiato e confesso che se nei prossimi giorni non vedrò dei comportamenti di Banca Etica coerenti con lo spirito in cui è nata e (dovrebbe) operare, valuterò criticamente la mia permanenza in essa

    • C

      Claudia

      Project manager

      Ciao Michele, Banca Etica ci fa sapere che sta avviando interlocuzioni presso le Istituzioni pubbliche – uniche che potrebbero intervenire efficacemente – chiedendo che vengano presi provvedimenti che permettano di superare l'attuale situazione. E aggiunge che «sarà sua cura aggiornare la base sociale sugli esiti di queste relazioni».

  • E

    EMILIO D'ANGELO

    Anch'io sono socio di Banca Etica, fin dalla sua nascita, e ne ho sempre condiviso ed appoggiato i valori su cui è stata fondata. Pertanto condivito pienamente quanto espresso dagli altri soci prima di me e concordo sulla necessità di prendere una posizione netta in difesa di Francesca e contro queste modalità di sfruttare le regole per interessi di parte e contro ogni valore etico. Sicuramente questo comporterà dei rischi ma è necessario correrli per rimanere fedeli ai propri ideali, come in passato hanno fatto i primi obiettori di coscienza ed anche oggi tante altre persone ed associazioni che rischiano ogni giorno anche la vita per combattere le ingiustizie e le discriminazioni in nome della solidarietà.

    • C

      Claudia

      Project manager

      Ciao Emilio, Banca Etica ci fa sapere che sta avviando interlocuzioni presso le Istituzioni pubbliche – uniche che potrebbero intervenire efficacemente – chiedendo che vengano presi provvedimenti che permettano di superare l'attuale situazione. E aggiunge che «sarà sua cura aggiornare la base sociale sugli esiti di queste relazioni».

  • C

    Carlo Maria May

    Mi auguro che Francesca Albanese sia quanto meno titolare di un conto su cui viene accreditato il suo stipendio (oltre ad avere ora l'impossibilità di aprire un conto presso Banca Etica). Condivido il commento di Michele De Pasquale. (Nello scorso anno anche io mi sono un po' innervosito verso la nostra banca riguardo ad un bonifico che intendevo fare verso un figlio di mia moglie che fa l'agricoltore in Ucraina)

  • G

    Gabriele Bollini

    Non so quanti di voi hanno sentito l'intervento del Direttore Generale di BE, Nazareno Gabrielli, all'incontro della settimana scorsa in Senato (Conferenza stampa: Impatto sanzioni USA su relatrice ONU | Senato della Repubblica https://share.google/a1xUe0PV5J3wNzUn9). E' difficile contestare per una Banca, con possibilità di successo, il criminale ricatto che Trump e il governo fascista degli Stati Uniti d'America, se non rischiare di chiudere baracca e burattini. Il problema è che il mondo sta dormendo.

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