Francia, nucleare: battaglia governo vs Greenpeace
La road map per diminuire il nucleare in Francia, presentata dal governo nell’ambito del piano sulla Transizione energetica approvato nel 2015, indicava che entro il 2025 ...
La road map per diminuire il nucleare in Francia, presentata dal governo nell’ambito del piano sulla Transizione energetica approvato nel 2015, indicava che entro il 2025 la quota dell’atomo nel mix transalpino non avrebbe dovuto superare il 50%. Mentre il progetto di Programmazione pluriennale dell’energia presentato la scorsa settimana manterrebbe il nucleare tra il 65 e il 75% del totale.
A denunciarlo è Greenpeace, che spiega come a suo avviso l’esecutivo di Parigi si sia contraddetto da solo nel giro di pochi mesi. L’organizzazione ecologista ha pubblicato una nota nella quale sottolinea che «lo Stato, quando si tratta di passare all’azione, fa come sempre: arretra». In particolare, il documento governativo non indica la chiusura di alcun reattore, fatto salvo quello di Fessenheim, il più vecchio del parco francese.
Secondo Greenpeace tale piano «rimette in discussione tutto, compreso lo sviluppo delle energie rinnovabili, che non troveranno spazio se non blocchiamo le centrali nucleari. Secondo la Ong, il consumo di energia dovrebbe scendere rispetto ad oggi nei prossimi anni: ne consegue che per far scendere l’atomo al 50% occorrerebbe chiudere tra 21 e 23 reattori entro il 2023 e tra 27 e 31 reattori entro il 2025.