Crisi energetica, la Germania nazionalizza il colosso Uniper. E socializza le perdite
La Germania ha annunciato la nazionalizzazione del più grande importatore di gas, Uniper, che costerà allo Stato 30 miliardi di euro
La Germania ha annunciato che nazionalizzerà il suo più grande importatore di gas nazionale, Uniper, per salvarlo dalla bancarotta. La vicenda rappresenta bene la portata della crisi energetica in Europa, dopo che la Russia ha diminuito fortemente l’afflusso di gas verso il continente.
Il salvataggio costerà alla Germania 30 miliardi di euro di soldi pubblici
Già a luglio 2022, la Germania aveva rilevato il 30% di Uniper, ma ciò non è bastato per scongiurare il fallimento del colosso energetico. Con un’iniezione di 8 miliardi di euro di soldi pubblici, il governo tedesco ha ora risanato il bilancio della società. E, dopo la sua nazionalizzazione, ne detterà il 98,5%, procedendo pure all’acquisto delle azioni di quello che finora è stato il suo principale azionista, la finlandese Fortum Oyj.
Il salvataggio dell’azienda costerà allo Stato, e quindi ai suoi cittadini, almeno 30 miliardi di euro. Inoltre, sempre il governo starebbe valutando la possibilità di acquisire le unità tedesche dei colossi russi Gazprom e Rosneft, oltre che rispondere ad altre richieste di aiuto, in particolare da parte di altre due società distributrici di gas, Sefe e VNG.
La crisi energetica
Uniper, il gas e lo spettro di una Enron europea
Il colosso tedesco dell’energia Uniper ha chiesto aiuto al governo della Germania, dopo il taglio delle forniture di gas da parte di Gazprom
In precedenza era la tassa sul gas
Politicamente, la mossa sarà molto delicata per il cancelliere Olaf Scholz e i suoi due partner della coalizione, i Verdi e i Liberal-democratici. Di recente, il ministro dell’economia tedesco Robert Habeck dei Verdi aveva proposto di introdurre una tassa sul gas per compensare i costi della crisi.
La tassa sul gas, molto controversa e che avrebbe chiesto uno sforzo maggiore ai consumatori (2,4 centesimi in più per ogni kilowattore di gas utilizzato), sarebbe servita proprio come aiuto di Stato alle aziende energetiche del Paese. Ma ora la nazionalizzazione di Uniper potrebbe bypassare l’applicazione della tassa.
Quando le cose vanno male, i cittadini pagano il conto
Dall’altra parte, il ministro delle Finanze Christian Lindner, dei Liberali, potrebbe essere costretto a rivedere i limiti del debito nazionale per l’anno prossimo: finora il governo ha cercato di contenere lo scostamento di bilancio ma l’aumento dei costi energetici sta costringendo l’economia più importante d’Europa a rivedere i propri conti.
Ciò dimostra ancora una volta quanto i sistemi economici siano legati ai combustibili fossili. E quanto il nostro modello di sviluppo non sia, nei fatti, in grado di stare in piedi da solo di fronte alle crisi. Esattamente come accaduto con le banche a seguito del crollo di Lehman Brothers e della crisi finanziaria globale, anche oggi con i colossi energetici il principio rimane lo stesso: finché le cose vanno bene i profitti restano privati; quando vanno male, si socializzano le perdite. E a pagare il conto sono i cittadini.