Gli Alpini invadono il Trentino… con la plastica
La 91 Adunata degli Alpini porterà nel capoluogo trentino milioni di stoviglie di plastica. Colpa di un accordo controverso con i produttori del monouso
È il genere di notizia che attrae l’attenzione perché va controcorrente rispetto alle tendenze. Il classico “uomo che morde il cane”, che in quanto tale merita spazio sui media. Tutto il mondo sta affrontando la sfida di ridurre l’uso delle materie plastiche. L’Unione europea ha nel cassetto un progetto di legge per una stretta epocale del pericoloso materiale. Alcuni territori particolarmente vulnerabili hanno iniziato a bandirle. Ma intanto c’è chi sceglie la strada opposta. E si prepara, forchetta e coltello alla mano, ad invadere per un weekend il Trentino con stoviglie monouso in plastica.
Milioni di stoviglie e bicchieri monouso
La decisione arriva degli Alpini, che raggiungeranno Trento tra poche ore per la loro 91esima Adunata, animando numerosi luoghi strategici e simbolici della storia del corpo. A rivelarlo è lo stesso Comitato organizzatore dell’Adunata (COA), in un comunicato congiunto con ProMo (Gruppo Produttori Stoviglie Monouso in Plastica). Nei giorni dell’evento verranno fornite stoviglie monouso in polipropilene (PP). Un materiale definito dagli organizzatori “pratico, sicuro, igienico, ecologico e riciclabile”.
I numeri dell’invasione di forchette e coltetti in PP sono facilmente immaginabili. Basta considerare che nei tre giorni dell’Adunata, a Trento sono attese 600mila persone. Per sfamarli (e dar loro da bere) serviranno milioni di pezzi di stoviglie monouso. E anche il “bicchiere ufficiale dell’Adunata” sarà in polipropilene.
Buoni propositi e realtà
Gli organizzatori stessi ammettono che l’utilizzo di stoviglie riutilizzabili rimane «l’opzione migliore in termini strettamente ambientali» e che, nel caso delle posate di plastica per non danneggiare l’ambiente «è fondamentale che questi prodotti rientrino in un sistema di economia circolare» basato su «marcata differenziazione dei rifiuti e successiva produzione di oggetti riciclati». Per questo annunciano di aver predisposto un piano rifiuti composto da 100 punti di raccolta differenziata. «Ognuno sarà presidiato nei tre giorni clou da una squadra composta da un alpino volontario, un ragazzo delle scuole superiori che opererà nell’ambito dei progetti di alternanza scuola-lavoro, un rifugiato e due lavoratori socialmente utili». L’ambizione è quella di raggiungere il 90% di raccolta differenziata.
Il dubbio che la scelta di usare stoviglie di plastica sia l’opzione migliore per un mega evento rimane. Soprattutto perché arriva in sostanziale coincidenza con numerosi segnali di senso opposto. E, nonostante tutte le buone intenzioni, gli stessi dati di PlasticsEurope ( l’associazione di categoria, che rappresenta i produttori di materie plastiche che operano a livello europeo) ammette che il riciclo delle materie plastiche è assai deludente anche perché va di pari passo con un aumento spropositato delle quantità prodotte e utilizzate. Meno di un terzo dei rifiuti plastici europei (dati 2014) è stato effettivamente riciclato. Un altro terzo finisce in discarica e il restante è trasformato in energia nei termovalorizzatori.
Le Isole Tremiti dicono stop al monouso
Di senso decisamente contrario a quella presa dagli Alpini è la decisione che arriva da un pugno di isolotti qualche centinaio di chilometri più a sud: le isole Tremiti. Il loro sindaco, Antonio Fentini, ha deciso di vietare, dal 1° maggio scorso, tutte le stoviglie in plastica e contenitori monouso. Via libera solo a prodotti biodegradabili e compostabili. «Stiamo vedendo il nostro mare ucciso giorno dopo giorno dall’uomo e dovevamo fare qualcosa subito», ha spiegato il primo cittadino.
E, all’ANSA, ha annunciato che il passo successivo sarà quello «di estendere il divieto alle bottiglie di plastica (che possono essere tranquillamente sostituite da quelle in vetro) e ai contenitori in polistirolo, usati spesso dai pescatori per trasportare il pesce e che si ritrovano spesso in mare». Una decisione presa in autonomia, stanco dei troppi silenzi dell’Associazione comuni italiani: «Già cinque anni fa chiesi all’ANCI di vietare le cassette di polistirolo ma non ottenni risultati. Adesso ci muoviamo da soli», ha aggiunto Fentini.
E la Commissione Ue concorda
L’ANCI avrà anche fatto orecchie da mercante. Ma a sostegno della bontà della scelta del sindaco delle isole pugliesi sta per arrivare un’istituzione ben più importante. La Commissione europea è infatti al lavoro per presentare una proposta legislativa molto ambiziosa che potrebbe rappresentare un colpo mortale per la plastica monouso. Il progetto di legge imporrebbe la messa al bando di piatti, bicchieri, cannucce e persino bastoncini porta-palloncini di plastica. Una scelta dettata dallo stato pietoso in cui versano spiagge, fiumi, mari e oceani. Ma anche dettata dal buon senso: “esistono alternative immediatamente disponibili” si legge nel testo.
La decisione di Bruxelles fa seguito alla Strategia Plastiche presentata dalla Commissione il 16 gennaio scorso. In quel documento l’esecutivo comunitario aveva promesso di concentrarsi sugli articoli di plastica che si sporcano più facilmente. Tra di essi, contenitori e involucri per alimenti, bottiglie, tazze, coperchi, filtri per sigarette, sacchetti di plastica leggeri, salviettine umidificate, assorbenti igienici, tamponi e palloncini.
Chi produce, paga
La bozza di proposta legislativa prevede che siano i produttori di tutti questi prodotti a pagare per i costi di raccolta, trasporto, trattamento di fine vita, spese per la pulizia dei rifuti marini e delle campagne di sensibilizzazione contro i rifiuti.
Inoltre, sarebbe obbligatorio introdurre sui prodotti un’indicazione che informi i consumatori sull’impatto che i rifiuti hanno sull’ambiente. Qualcosa di simile a quanto avviene già sui pacchetti di sigarette per i pericoli del fumo. Una norma che, se e quando verrà approvata, costringerà gli Alpini a brindare in qualche altro modo. Iniziare a riesumare da cantine e mensole i vecchi boccali e i bicchierini da grappa non sarebbe una cattiva idea.