Una multinazionale italiana accusata di fare ancora affari con la Russia
Il colosso friulano Danieli Group fornirebbe materiale e logistica alle acciaierie, secondo un'inchiesta di Follow the Money
A continuare a fare affari con la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina nel marzo del 2022 ci sarebbe una multinazionale italiana. Si tratterebbe della Danieli Group, con sede a Butrio, in provincia di Udine. Un colosso nella produzione degli impianti siderurgici di cui detiene il 90% del mercato globale, per un fatturato in continua crescita che nel 2023 ha superato i 4 miliardi di euro.
L’inchiesta di Follow the Money su Danieli Group
In un’intervista al Corriere della Sera di fine aprile del 2023, il presidente del gruppo Gianpietro Benedetti aveva dichiarato: «Il mercato russo è perso. L’evoluzione degli scenari geopolitici ci ha portato a comprendere che non sono più possibili le relazioni commerciali e la presenza sul mercato russo».
Ma a dicembre 2023 è stata pubblicata una nuova inchiesta del portale investigativo Follow the Money, in collaborazione con il portale ucraino Kyiv Independent. L’inchiesta afferma che «anche dopo l’invasione dell’Ucraina, l’azienda continua a fare affari con le acciaierie russe».
I giornalisti, dopo avere visionato documenti e avere parlato con dipendenti della sussidiaria olandese Danieli Corus, sostengono infatti che queste relazioni non siano terminate lo scorso marzo. In questo caso, la multinazionale italiana non ha però rilasciato ulteriori commenti.
La presenza di Danieli Group in Russia
Tutto comincia nel 2014, all’indomani dell’invasione russa della Crimea, quando le relazioni tra Danieli Group e Russia si intensificano. Dopo aver già collaborato con diversi impianti e stabilimenti siderurgici, Danieli Group, che già poteva contare a Mosca sugli uffici di Danieli Russia, apre il suo primo stabilimento sul territorio: Danieli Volga. E in pochi anni, anche attraverso l’acquisizione sui larga scala di altre aziende del settore, conquista il mercato russo.
Tanto che, nel 2019, il direttore della Danieli Russia Antonello Colussi aveva dichiarato: «Praticamente tutte le grandi industrie del settore sono diventate nostre clienti negli ultimi anni». Aggiungendo che oramai la Russia copriva oltre il 30% delle vendite totali del colosso italiano. Mentre nel 2021 il settimanale Italia Oggi aveva scritto che la Danieli Group era diventata leader del mercato russo. Aggiungendo che «l’era del predominio tedesco nel mercato dell’acciaio russo era finita».
La multinazionale italiana fornisce progetti, materiali, macchinari ed equipaggiamento per far funzionare gli stabilimenti, renderli più moderni e produttivi. E lo fa con almeno una dozzina di industrie russe, tra cui la Severstal, che è tra i maggiori fornitori dell’esercito. L’acciaio della Severstal è utilizzato per pistole, fucili, razzi, sottomarini e per la logistica militare in generale. Oltre ai Kalashnikov AK-100 e i lanciagranate GP-34. Armi che, secondo un’inchiesta del New York Times, sarebbero responsabili del massacro di centinaia di civili a Bucha, nell’agosto del 2022.
La Danieli Group avrebbe poi collaborato anche con altri grandi acciaierie russe, come Magnitogorsk Iron and Steel Works (MMK), che costruisce le granate VOG-25. E con Krasny Oktyaber, che fornisce l’acciaio per carri armati e sottomarini nucleari. Il problema su cui l’inchiesta insiste sta nel fatto che questi affari non si sarebbero limitati agli anni precedenti all’invasione dell’Ucraina. Quando già le acciaierie russe costruivano le armi che avrebbero poi usato anche in guerra.
I dubbi sulla multinazionale italiana: ha aggirato le sanzioni?
Questi rapporti sarebbero continuati anche dopo. Anche quando, per via delle sanzioni, sarebbero stati non solo moralmente discutibili, ma anche in qualche misura illeciti. Per esempio, guardando ad alcuni dati commerciali recuperati attraverso ImportGenius, si leggerebbe come la sussidiaria olandese Danieli Corus abbia fornito materiale per raffreddare una fornace della Severstal in piena guerra.
I giornalisti di Follow the Money e del portale ucraino Kyiv Independent raccontano inoltre di essersi confrontati in questi mesi con fonti di alto livello tra l’Olanda e il Friuli. Tali fonti avrebbero parlato con loro a condizione di rimanere anonime. E avrebbero ammesso che la Danieli Group continua a fare affari e profitti in piena guerra. Non solo con Severstal, ma anche con MMK e Krasny Oktyaber.