Humus Job. Il network etico delle aziende agricole

Una rete di aziende agricole che nasce per combattere il caporalato

Silvia Pelizzari
Silvia Pelizzari
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Se digito su Google la parola “caporalato”, nella sezione notizie mi compaiono molti articoli usciti nelle ultime settimane.

Uno riguarda tre uomini e due donne costretti a lavorare 12/14 ore al giorno, senza ferie né riposo, nel quartiere Torpignattara di Roma, dove cucivano per alcuni imprenditori che tenevano in condizioni di costrizione le cinque persone: nessuna forma contrattuale, paghe a meno della metà di ciò che prevede il contratto collettivo nazionale. Il secondo riguarda un’indagine lunga tre anni e svolta nell’alto Lazio, dove grazie anche al sindacato USB si è scoperchiato un sistema di sfruttamento dei braccianti agricoli in un’azienda agricola di Viterbo.

Secondo il VI Rapporto agromafie e caporalato dell’Osservatorio Placido Rizzotto della Flai Cgil, presentato a fine novembre, nel 2021 sono stati circa 230mila i lavoratori irregolari nei campi; tra questi 55mila donne. Lo scenario riguarda principalmente le regioni del Sud Italia, soprattutto Puglia, Sicilia, Calabria, Campania, e Lazio, con tassi superiori al 40%, ma il Centro-Nord non è escluso da questo scenario, dove le percentuali sono tra il 20 e il 30%.

Una rete che nasce per combattere il caporalato

Ho digitato la parola “caporalato” – una delle grandi piaghe del nostro Paese – perché oggi parliamo di Humus Job, una rete di aziende agricole che nasce per combattere proprio il caporalato, il lavoro nero e il lavoro grigio, ovvero quella condizione di regolarità solo apparente, dietro cui si celano invece grosse irregolarità difficili da stanare attraverso i controlli.

Humus Job è infatti una piattaforma che ha come obiettivo quello di mettere in contatto domanda e offerta di lavoro in agricoltura e garantire contratti etici.

Cos’è di preciso, ce lo spiega Claudio Naviglia, co-fondatore e Ceo.

«Humus Jobs è un progetto di rete tra imprese del mondo del cibo. Siamo oltre 40 aziende in 5 regioni d’Italia, soprattutto in Piemonte dove abbiamo sede. Nasce dalla volontà di creare una filiera del cibo equa e giusta, oltre che di qualità e di scarso impatto ambientale. La condivisione di risorse produttive, di manodopera, di progetti commerciali consente di connettersi, di abbattere i costi e di presentarsi al mercato come un soggetto innovativo che garantisce tutta la filiera del cibo. Come Humus Job offriamo servizi per la condivisione di risorse, la comunicazione, la connessione tra aziende. Attraverso il marchio “Lavoro 100% etico” raccontiamo al consumatore finale il processo di eticità di produzione».

humus job

Obiettivo: creare lavoro sostenibile in agricoltura

La storia inizia nel 2018 quando Humus Job, che all’epoca era un progetto dell’Associazione MiCò APS, incontra una rete di aziende di una vallata di Cuneo, la Valle Grana, che si trova tra la valle Stura di Demonte a Sud e la val Maira a nord. Il motivo dell’incontro è ideare un modo per aiutare l’inserimento lavorativo di un gruppo di migranti presenti nel Centro di Accoglienza appena nato.

È così che nasce Humus Srl, una startup innovativa a vocazione sociale che ha l’obiettivo di creare lavoro sostenibile in agricoltura. Come? Proprio attraverso la condivisione delle risorse da parte delle quaranta aziende che fanno parte della rete, e tra cui troviamo realtà come Verde Vivace SNC, la Cascina Ca’ Granda, Bioetik, l’Atelier des tartes e l’azienda agricola Speranza, solo per citarne alcune. La condivisione può riguardare un campo, un macchinario, il personale, un corso di formazione. In questo modo la rete permette la riduzione di alcuni costi e l’aumento della marginalità delle aziende, oltre alla sostenibilità sociale e la competitività sul mercato, creando un modo più sano ed etico nel mercato.

Gli animatori del progetto a oggi sono Claudio Naviglia, antropologo esperto di immigrazione che da anni lavora in progetti di sviluppo territoriale, e Luca Barràco, educatore e imprenditore agricolo.

L’altra anima vitale del progetto è stata Elena Elia, imprenditrice sociale cuneese e psicologa, con molta esperienza nel campo della migrazione e dei processi comunicativi. Insieme hanno sviluppato il contratto di rete, appunto, attraverso la loro piattaforma.

A chi si rivolge Humus Job

Il servizio si rivolge principalmente alle aziende che – se interessate ad avvalersi dei servizi di Humus Job – sottoscrivono un protocollo di trasparenza sulla contrattualizzazione e le specifiche lavorative. In questo modo l’azienda, dopo aver aderito alla quota di iscrizione, può usufruire dei vari “pacchetti” messi a disposizione da Humus, pagandoli un anno dopo la sottoscrizione. Qualsiasi azienda iscritta al registro imprese della Camera di Commercio può decidere di entrare a far parte della rete e può scegliere diversi tipi di servizi.

I servizi di Humus Job

Il servizio base prevede la presenza di un team di professionisti per la gestione della rete – quindi dalla burocrazia ai bilanci, alla facilitazione delle riunioni – ma anche la coordinazione della condivisione di strumenti, dei mezzi di produzione e trasformazione e della progettualità, oltre alla ricerca di nuove aziende che possano condividere i valori della Rete e che possano essere in linea con le esigenze delle aziende già iscritte alla Rete stessa.

Ma oltre a questo, è possibile aderire a servizi aggiuntivi che il sito racconta molto bene. Ad esempio il servizio Job-Sharing, una piattaforma a cui sono iscritti 2500 lavoratori in tutta Italia e attraverso la quale l’azienda può selezionare, in base a vicinanza geografica e competenze, il profilo più adatto a ciò che cerca.

Il servizio Business invece prevede tra le altre cose l’aiuto per la creazione di linee commerciali etiche che permettano alle aziende «il giusto riconoscimento del costo dei prodotti e della manodopera assunta regolarmente», oltre ad esempio la segnalazione di bandi che amplino la competitività delle aziende iscritte alla rete sul mercato.

Il marchio “Lavoro 100% etico”

Un altro servizio estremamente interessante è quello che riguarda il marchio 100% etico. Di cosa si tratta? Di un vero e proprio brand della rete che viene concesso alla aziende che rispettano le qualità e i titoli richiesti nel percorso di eticità. Il team di Humus Job aiuta e accompagna chi decide di acquistare questo servizio, sostenendo e consigliando le aziende per aumentare la sostenibilità sociale.

Il marchio 100% etico potrà essere usato da un lato dalle aziende, che potranno “sponsorizzare” la propria sostenibilità sociale, ma aiuterà anche il consumatore a individuare le aziende che rispettano un protocollo di trasparenza, indirizzandosi proprio verso quelle realtà e i loro prodotti.

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Il futuro di Humus Job

Come sempre, ho chiesto anche a Claudio quale sia il sogno di Humus Job per il futuro.

«Humus Job ha sperimentato un modello innovativo di relazione tra le imprese agricole e del mondo del cibo. La nostra ambizione è che la rete possa ampliarsi, possa diventare una sorta di rete di reti. Quello che vorremmo realizzare è far sì che al nodo principale del Nord-ovest se ne aggiungono degli altri come quello che stiamo realizzando in Puglia. Questo è un lavoro culturale che però parte dal fare, dal fare insieme.Il nostro desiderio è che magari appoggiandoci anche a chi fa già rete, come associazioni dei lavoratori, possiamo esportare questo modello in diversi hub territoriali su tutto il territorio nazionale, iniziando a creare massa critica con centinaia di aziende che si affidano a una sperimentazione che funziona e che ha dimostrato di dare benessere al comparto».

Humus Job è oggi un progetto imprenditoriale che vende servizi alle aziende che chiedono di collaborare e di avere dei servizi di sostenibilità che permettano di assumere con eticità e trasparenza. Aziende che vogliono essere parte di un’associazione che permette di cooperare e collaborare per davvero e che aiuti alla circolarità economica, uscendo dalla ipercompetitività selvaggia; una startup innovativa a vocazione sociale che ha saputo osservare una situazione – spesso drammatica – come quella del mondo agricolo e ha saputo ideare e mettere in pratica soluzioni etiche, che facciano da ponte tra aziende e individui e che possano rispondere a domanda e offerta in modo intelligente e sostenibile.


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La storia di Humus Job è stata raccontata in Storie dal futuro, la newsletter dedicata al racconto e al ritratto dei protagonisti del cambiamento che Valori.it invia ogni ultimo lunedì del mese. Se vuoi riceverla iscriviti alla newsletter.