Questo articolo è stato pubblicato oltre 9 anni fa e potrebbe contenere dati o informazioni relative a fonti/reference dell'epoca, che nel corso degli anni potrebbero essere state riviste/corrette/aggiornate.

Il cambiamento climatico nelle nostre cucine

Uno studio australiano spiega quali conseguenze avrà l'innalzamento della temperatura globale sugli alimenti.

  Il cambiamento climatico si manifesterà anche nelle nostre cucine . A spiegarlo è uno studio australiano intitolato Appetite for Change e firmato dal Melbourne Sustainable Society Institute, secondo il quale non soltanto un certo numero di alimenti diventerà, con l’aumentare della temperatura media globale, sempre più raro, ma anche il gusto di ciò che mangiamo potrebbe cambiare sensibilmente.  

L’analisi si concentra sull’Australia, ma è facilmente immaginabile che conseguenze simili del climate change possano prodursi ovunque nel mondo. «Gli agricoltori australiani hanno sempre saputo fronteggiare le variazioni del clima, ma oggi l’accelerazione del processo di cambiamento sta modificando in profondità il loro modo di lavorare. Così come il nostro modo di consumare», ha spiegato Richard Eckard, direttore del Primary Industries Climate Challenges Centre di Melbourne, secondo quanto riportato dal settimanale francese Le Point. 

I ricercatori hanno analizzato gli effetti su una serie di alimenti molto comuni, concludendo che, ad esempio, con una temperatura media più alta di 1, 6 gradi centigradi entro il 2030, la consistenza delle carote diventerà più molle, mentre i cavoli saranno più amari e l’olio di colza avrà perso circa un quarto dei suoi valori nutrizionali. Ma anche fragole, limoni, patate, rape, lenticchie e ceci potranno avere rendimenti agricoli ben inferiori a quelli attuali, ed essere minacciati dall’insorgere di malattie.