Banche e IA, se i software rimpiazzano gli operatori

Secondo uno studio, l'intelligenza artificiale permetterà alle banche di snellire e automatizzare varie operazioni. Accrescendo i guadagni

Nelle banche, l'intelligenza artificiale potrebbe sostituirsi ai ruoli meno qualificati © Kampus Production/Pexels

Che lintelligenza artificiale sia destinata a rivoluzionare interi settori economici appare ormai chiaro. Anzi, è un fenomeno che sta già accadendo, almeno in parte. Ma che impatto avrà sulle banche? A dare alcune possibili risposte è una corposa analisi condotta da Citi Global Perspectives & Solutions, il centro studi che fa capo all’omonima banca statunitense. Risposte che ventilano una crescita dei profitti – si parla di 170 miliardi di dollari in più entro il 2028 – ma anche conseguenze tangibili sugli addetti. I posti di lavoro che potrebbero essere automatizzati, infatti, sono più della metà.

I profitti delle banche voleranno grazie all’intelligenza artificiale

È importante chiarire che i dati sui futuri guadagni sono teorici, perché sono l’esito delle interviste agli operatori del settore. Il 93% dei rispondenti sostiene che l’intelligenza artificiale, automatizzando le attività di routine, semplificando le operazioni e permettendo ai dipendenti di focalizzarsi sulle mansioni a maggiore valore aggiunto, aumenterà la produttività delle banche. E, dunque, anche i loro profitti nell’arco dei prossimi cinque anni.

Si parte dunque dai 1.439 miliardi di euro registrati a livello globale nel 2023. Stando alle prospettive di crescita attuali, bisognerebbe arrivare a 1.822 miliardi di dollari nel 2028. Ma l’intelligenza artificiale potrebbe aggiungere un altro 9%, cioè 170 miliardi di dollari, permettendo di sfondare il tetto dei 2mila miliardi. Questo dato si riferisce solo ai profitti del comparto bancario, non del settore della finanza nel suo insieme.

Nelle banche, più di un posto di lavoro su due potrebbe essere automatizzato

Se sono le macchine a svolgere molte mansioni, significa che c’è meno bisogno degli operatori umani. Già oggi, riferisce Bloomberg, Deutsche Bank affida all’intelligenza artificiale l’analisi dei portafogli dei clienti più facoltosi. ING Group, invece, le dà il compito di definire il rischio di credito e scongiurare eventuali inadempienze. Non c’è dunque da stupirsi se il numero uno di JPMorgan Chase, Jamie Dimon, si immagina un futuro in cui la settimana lavorativa dura tre giorni e mezzo.

Affidandosi ai dati di Accenture, il report di Citi fa una classifica dei vari settori economici in base al possibile impatto occupazionale dell’intelligenza artificiale. Le banche sono al primo posto, perché il 54% dei posti di lavoro ha un alto potenziale di essere automatizzato e un altro 12% di essere potenziato. Di fronte al lecito dubbio per cui questo possa portare licenziamenti di massa, tuttavia, lo studio getta acqua sul fuoco. «Storicamente, l’adozione delle tecnologie non ha portato a una riduzione della forza lavoro nel comparto finanziario, ma ha modificato la sua composizione nel corso del tempo», si legge. In altre parole, nel futuro delle banche ci sarà meno spazio per i ruoli operativi e più per i ruoli di governance e compliance, maggiormente qualificati.