In Italia imprese sempre più “responsabili”

Nel 2017 le imprese italiane hanno investito 1,412 miliardi in azioni di CSR. Lo rivela l'ultimo Rapporto dell’Osservatorio Socialis-Ixé

Sono in continua crescita le aziende italiane che credono nel valore della responsabilità sociale d’impresa. Aumentano anche i capitali investiti in questo comparto. Lo dimostrano i dati contenuti nell’VIII Rapporto sull’impegno sociale delle aziende in Italia dell’Osservatorio Socialis-Ixé.

Quanto vale la Csr?

Quasi un miliardo e mezzo di euro (1,412 miliardi) sono stati investiti in azioni di CSR (Corporate Social Responsibility) nel 2017 dalle aziende italiane (400 le aziende con più di 80 dipendenti oggetto nella ricerca), il 25% in più rispetto al dato del 2015 (1,122 miliardi). L’85% delle aziende ha scelto di scommettere sulla Csr (era l’80% nel 2015), un valore quasi doppio, rispetto a quello di sedici anni fa, quando iniziò la rilevazione dell’Osservatorio Socialis.

Le imprese che puntano sulla Csr in Italia dal 2001 a oggi

Nel 2017 in media un’impresa aveva speso/investito 209mila euro in Csr, il 18,7% in più rispetto al 2015, quando la cifra media per azienda era ferma a 176mila euro. E per il 2018 la previsione di spesa per azienda è di 267mila euro (+27,8%).

Quello che conta

Attenzione al territorio e alle comunità locali, alle azioni di riduzione dell’impatto ambientale per le spese energetiche e per la raccolta dei rifiuti: ma anche grande e crescente attenzione al coinvolgimento dei dipendenti e al supporto della cultura aziendale. Sono queste le tendenze che emergono dalla ricerca.

Le aziende che fanno attività di CSR vogliono “contribuire allo sviluppo sostenibile” (35% delle risposte) e vogliono essere “responsabili verso le generazioni future” (32%) e vogliono “migliorare i rapporti con le comunità locali” (29%). Meno importante l’obiettivo commerciale: “solo” il 21% si prefigge di “attrarre nuovi clienti” con azioni di CSR.

Csr perchè…

“Gli investimenti in percorsi di responsabilità e sostenibilità sono ormai avvertiti come necessari, anche grazie alla spinta dei consumatori – ha spiegato Roberto Orsi, direttore dell’Osservatorio Socialis – e stanno mettendo radici nelle organizzazioni che vogliono stare sul mercato in maniera più efficace e duratura. Le regole? Formare il personale; essere coerenti; condividere a tutti i livelli; ascoltare gli stakeholder; comunicare; programmare e misurare”.

L’85% delle imprese oggetto dell’indagine ritiene che le politiche di CSR rendono l’impresa “più attrattiva e affidabile in termini di accesso al credito e come possibile oggetto di investimenti”.

Molti i vantaggi attribuiti alla Responsabilità sociale d’impresa, innanzitutto sul fronte del mercato: oltre il 50% delle imprese che ha investito in CSR ha rilevato un miglioramento del posizionamento, della reputazione ed anche un aumento della notorietà; in quasi 4 casi su 10 si è riscontrato un aumento della fidelizzazione dei clienti.

Il 49% delle imprese riconosce l’efficacia della CSR nell’agevolare i rapporti con le comunità locali e, in seconda battuta, con le pubbliche amministrazioni. Aumentano, pure solo in linea tendenziale, anche le ricadute positive sul clima interno all’azienda: il 44% registra un miglioramento del clima e un maggior coinvolgimento del personale.

In attesa di un marchio

Il 52% delle imprese intervistate si augura che venga predisposto un “marchio” che premi le attività di CSR. In questa iniziativa viene visto il più importante volano per lo  sviluppo degli investimenti in CSR; ancor più degli incentivi fiscali (50%).