In Pakistan la mangrovia sparisce e mette in pericolo Karachi
Negli ultimi decenni, tuttavia, l’azione congiunta dell’inquinamento, dell’irrigazione su larga scala e del disboscamento hanno comportato un enorme riduzione della foresta. E ...
Il delta dell’Indus, in Pakistan , costituisce un’enorme riserva di acqua dolce che si snoda dall’Himalaya fino al mar d’Arabia. Le sue riserve idriche irrigano le piane del Pendjab e del Sind, fitte di mangrovie . Queste ultime rappresentano un ecosistema unico, oltreché una difesa contro le tempeste per la megalopoli Karachi . Negli ultimi decenni, tuttavia, l’azione congiunta dell’inquinamento, dell’irrigazione su larga scala e del disboscamento hanno comportato un enorme riduzione della foresta. Nel corso dell’ultimo secolo, riferisce l’agenzia AFP, gli ettari sono passati infatti da circa 600 mila di inizio ‘900, fino a poco più di 130 mila.
Malgrado l’impegno degli ecologisti, numerosi boscaioli senza permessi perseverano nelle operazioni di deforestazione, attratti dalla possibilità di rivendere il legname prodotto per poche decine di rupie (qualche centesimo di euro). Ciò è contro la legge pakistana che, in linea di principio, protegge la mangrovia dai piccoli trafficanti, ai quali dovrebbero essere comminate sanzioni fino all’equivalente di 250 euro. Ma i controlli sono quasi inesistenti, e i trafficanti possono agire indisturbati.
L’opera di disboscamento costituisce inoltre un pericolo per tutto il territorio meridionale del Pakistan, che non può più godere di una barriera naturale contro i cicloni e altre potenziali catastrofi naturali. «La zona fu toccata da uno tsunami già nel 1945, e l’evento potrebbe ripetersi. L’anno scorso c’è stato un terremoto con epicentro in mare…», osserva Muhammad Moazzam Khan, del WWF locale.
Foto: Muhammad ameen – Wikimedia Commons