Investimenti responsabili: una buona lezione dalla pandemia
Nella Settimana SRI, sugli investimenti socialmente responsabili, l'impatto della pandemia incide sui risparmiatori: più attenti alla finanza sostenibile, motore di buona ripresa
Investimenti responsabili. Anzi, investimenti sostenibili e responsabili (o SRI, dall’acronimo inglese): i risparmiatori ne sanno sempre di più e il loro interesse per l’argomento cresce. A dircelo è una ricerca pubblicata in occasione dell’apertura della decima edizione Settimana SRI in corso dall’11 al 25 novembre 2021. Un appuntamento che arriva mentre il Covid-19 rialza la testa all’avanzare dei freddi in Europa e che certifica come, proprio nel periodo della pandemia, sia aumentata l’attenzione per una finanza che non guardi solo al proprio profitto.
Una ricerca che poggia su diversi segnali concordi e positivi. Il trend in crescita degli investimenti responsabili e l’aumento dei numeri assoluti di disponibilità finanziaria dei “fondi sostenibili” negli ultimi anni. Un sempre maggiore interesse istituzionale internazionale, specialmente in Europa, verso strumenti come i green bond . E scriviamo mentre si sta concludendo la COP26 sul clima di Glasgow -. Oltre a un deciso coinvolgimento degli operatori finanziari. Anche di quelli non specializzati.
Risparmiatori: investimenti responsabili per uscire dalle crisi
L’analisi, intitolata “Finanza sostenibile in tempo di crisi: la percezione dei risparmiatori” e realizzata con il sostegno di Etica Sgr, J.P. Morgan Asset Management, Natixis Investment Managers e Sella SGR, ha interrogato mille investitori e risparmiatori over 25 anni Che hanno investito nell’ultimo anno almeno mille euro. L’indagine ci dice che lo scenario, tanto più sullo stimolo della crisi pandemica, sta cambiando in fretta. Il 18% degli intervistati (contro il 14% del 2019) ha già sottoscritto prodotti SRI. E di questi il 35% ha incrementato la quota di investimenti sostenibili a seguito della pandemia, mentre il 57% pensa di farlo in futuro.
Non solo. Un risparmiatore su due ritiene che la pandemia abbia reso finanziariamente più attrattivi alcuni settori. Innanzitutto, e prevedibilmente, quello farmaceutico (citato dal 65% degli interpellati). Poi quelli sanitario (63%), tecnologico o digitale (56%), energetico (35%) e della mobilità elettrica (28%).
Rispetto agli investimenti sostenibili è invece significativo l’incremento del 20% nel 2021 (rispetto al 2019) di risparmiatori che li conoscono o ne hanno almeno sentito parlare (il 77%). Per l’82% di loro, poi, nelle scelte di investimento i temi ESG sono molto o abbastanza importanti. E la pandemia ha contribuito ad aumentare l’attenzione alla sfera sociale. Infine – e questo è un aspetto chiave del cambiamento che la finanza sostenibile può imprimere – il 44% degli intervistati ritiene che integrare (maggiormente) la sostenibilità ambientale, sociale e di governance tra i criteri che guidano le scelte strategiche delle aziende possa contribuire a una ripresa più rapida.
le parole sono importanti
Che differenza c’è tra finanza etica, sostenibile, verde e solidale
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Investimenti responsabili e grandi numeri
Nella consapevolezza della differenza tra finanza etica e responsabile e dei rischi di green e social washing su cui molti ultimamente si spendono, le cifre in gioco sono cresciute. Notevolmente e rapidamente.
Nel 2018, ad esempio scrivevamo che «a seconda delle strategie di investimento scelte si va dai quattromila miliardi di euro di asset gestiti con una strategia di integrazione Esg (che integra i criteri ESG – ambientali, sociali e di buona governance – in ogni fase del processo di investimento) ai 9.400 miliardi di euro di asset gestiti escludendo dalle scelte di investimento interi settori come armi, tabacco e gioco d’azzardo (strategia di esclusione)».
L’ultimo rapporto annuale Morningstar riporta un patrimonio dei “fondi sostenibili” da 11mila miliardi di euro. E un incremento netto dei flussi finanziari verso i fondi ESG. Ben 233 miliardi di euro nel 2020, dai 126 miliardi di euro dell’anno precedente. «Rispondendo alla domanda degli investitori, gli asset manager hanno lanciato un numero record di 505 nuovi fondi ESG e hanno riproposto più di 250 fondi convenzionali nell’ultimo anno», viene sottolineato.