«Io non faccio finta di niente»
Contro il Covid, l'inquinamento e per la salute: martedì 22 dicembre alle 21 la prima nazionale online del documentario-inchiesta sulle lotte civiche bresciane per le bonifiche
Proiezione online in prima nazionale
L’anno della pandemia da Covid-19 ci ha rimesso in discussione. E pone al centro delle nostre vite, sempre di più, la tutela della salute e dell’ambiente, ora più che mai. Anche per questo è fondamentale non dimenticare le lotte civiche che in Italia si sono opposte alle tante Terre dei Fuochi, che ciclicamente scompaiono dall’attenzione dell’opinione pubblica.
Io non faccio finta di niente, il secondo documentario-inchiesta di Rosy Battaglia, giornalista civica e investigativa che collabora con Valori.it, prova a riportare l’attenzione, a partire da Brescia, su un tema che riguarda almeno 5 milioni di cittadini italiani. Quelli che vivono nelle 58 aree più contaminate del Paese, i cosiddetti siti di interesse nazionale e regionale per le bonifiche, SIN e SIR.
Secondo il V rapporto Sentieri dell’Istituto Superiore di Sanità, sono le aree del Paese dove si muore e ci si ammala di più. Con ben 22mila ricoveri in eccesso in età pediatrica e quasi 12mila morti in più, rispetto all’atteso, tra gli adulti. Da Brescia a Taranto, da Casale Monferrato alla Valle del Sacco, da Crotone al litorale Domizio Flegreo, l’Italia resta un Paese da bonificare. Dati drammatici che nel dramma della pandemia da coronavirus non sono assolutamente scomparsi. Ma semmai hanno reso molte comunità, come la stessa Brescia, ancora più fragili.
“Io non faccio finta di niente” è una storia incentrata sulla resilienza e sulla partecipazione attiva dei cittadini che hanno a cuore tutela della salute e dell’ambiente. La seconda, dopo “La rivincita di Casale Monferrato”, prodotta dal basso dai Cittadini Reattivi di tutta Italia, attraverso il crowdfunding, che ricostruisce le lotte civiche e civili che negli ultimi sette anni hanno attraversato lo stivale, partendo da Brescia.
Brescia, in Lombardia, città ricca ma contaminata, sede del SIN Caffaro, che il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha definito “una ferita al cuore del Paese” è stata al centro della prima ondata della pandemia. A distanza di qualche mese è importante riflettere sullo sfondo delle vicende bresciane e sulla ricostruzione e sulle testimonianze di chi, a livello nazionale, tra associazioni, amministratori e medici si è mobilitato, per sollecitare le istituzioni centrali e regionali ai processi di bonifica in tutta Italia.