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La crisi nell'Eurozona è ancora lì e la colpa è delle banche

Ieri l’OCSE, Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo, ha rilasciato alcune previsioni economiche di medio periodo. Nel documento si sottolinea come le ...

Ieri l’OCSE, Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo, ha rilasciato alcune previsioni economiche di medio periodo.
Nel documento si sottolinea come le economie più avanzate stiano vivendo un moderato recupero, anche se in nel contesto globale la crescita è lenta e permangono rischi.
Il ritmo della ripresa nelle maggiori economie avanzate è migliorata nel secondo trimestre e la crescita dovrebbe essere mantenuto ad un tasso simile nella seconda parte dell’anno. L’attività si sta espandendo a ritmo incoraggiante in Nord America, Giappone e Regno Unito, mentre l’Eurozona, nel suo insieme, non è più in recessione.
Anche se la crescita è stata più consistente delle previsioni rimangono rischi importanti che, secondo l’OCSE, vanno affrontati continuando a sostenere la domanda, anche attraverso politiche monetarie non convenzionali. Allo stesso tempo, sempre secondo l’OCSE, sia i Paesi avanzati che le economie emergenti devono affrontare una crescita a ritmi più lenti attraverso riforme in grado di rilanciare la crescita, riequilibrare l’economia globale e ridurre gli ostacoli strutturali alla creazione di posti di lavoro.
L’Eurozona non è più in recessione, ma resta vulnerabile a rinnovate tensioni finanziarie, bancarie e dei debiti sovrani. Molte banche dell’area euro non sono sufficientemente capitalizzate e sono gravate da crediti inesigibili. I recenti passi verso una supervisione comune del sistema bancario sono indubbiamente un progresso, ma occorrono misure più decise per garantire la tenuta del settore bancario e finanziario.
Cinque anni dopo la bancarotta di Lehman Brothers le promesse da parte della UE di una regolamentazione più rigida del settore finanziario restano ancora solo promesse.