La Grande Scommessa: dalla crisi dei subprime alla prossima crisi che verrà
Un film intelligente che con ironia rende comprensibili i meccanismi che hanno provocato la crisi finanziaria del 2007-2008
È il 2005 e quattro investitori visionari – al contrario di quanto mostrato dalle grandi banche, dai media e dal governo stesso – intuiscono che qualcosa non va nel mercato immobiliare statunitense che si regge quasi interamente su prestiti ad alto rischio. Decidono così, in modi diversi e senza conoscersi tra loro, di mettere in atto La Grande Scommessa, titolo del film di Adam McKay in uscita il 7 gennaio prossimo.
Il trailer del filmI loro investimenti li porteranno nei meandri oscuri dei sistemi bancari, illuminando, con ritmo e ironia, quanto successo nel 2007-2008 con la crisi dei subprime e il crollo delle principali e storiche banche d’affari, tra cui Lehman Brothers. Una crisi con cui, ancora oggi, facciamo i conti.
Il film è basato su una storia vera, ispirato al libro bestseller di Michael Lewis (The Blind Side, L’arte di Vincere) e ha la capacità di raccontare con ironia e chiarezza che cosa è successo in quei folli anni, facendosi aiutare da originali espedienti narrativi: stacchi dalla storia in cui Anthony Bourdain spiega cosa sono i CDO preparando una zuppa di pesce, Margot Robbie immersa in una vasca da bagno sorseggia champagne e spiega cosa sono le cartolarizzazioni, Selena Gomez al tavolo della roulette che mostra cosa stava succedendo nei mercati finanziari, con scommesse su scommesse su scommesse giocate sulla convinzione diffusa che «andrà tutto bene», finché qualcosa non va male.
Un film intelligente, che ha la capacità di raccontare concetti spesso percepiti come difficili in maniera semplice facendoli diventare comprensibili a tutti. Un film che fa arrabbiare, perché nel 2015 nulla è cambiato, se non il nome con cui operazioni finanziarie pericolose vengono realizzate. Un film che fa riflettere, perché oggi, come allora, sarebbe sufficiente osservare ciò che accade per capire che il disastro è potenzialmente a un passo, ma «La verità è come la poesia, e a nessuno frega niente della poesia» come si cita in sovraimpressione nel film. Alla fine nessuno vuole guardare davvero la realtà, scoprendo che il mondo in cui viviamo si regge su un equilibrio precarissimo e pronto a spezzarsi. Però tutti dovremmo guardare questo film.