La Lombardia e la zona grigia
Corruzione, illegalità, mafie, economia e finanza. Ogni martedì il commento di Rosy Battaglia
Il flusso dei comunicati stampa della Guardia di Finanza sembra un bollettino di guerra. Frode fiscale, truffa sia ai danni degli istituti di credito che sui finanziamenti e contributi pubblici per il covid, bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio. Solo l’ultima operazione che ha visto le Fiamme Gialle sequestrare beni e valori per circa 40 milioni di euro e 21 misure cautelari personali, (tra persone arrestate e arresti domiciliari), su ordinanza del G.I.P del Tribunale di Monza, fa molto riflettere su un tessuto economico al nord, fortemente “inquinato”.
L’inchiesta ha portato gli investigatori finanziari sulle tracce di 58 soggetti ritenuti responsabili dell’emissione e dell’utilizzo di fatture false per un importo complessivo di oltre 100 milioni di euro. Le indagini sono scaturite da una verifica fiscale nei confronti di un professionista, un consulente fiscale che aveva messo a disposizione, anche ad aziende fantasma, il proprio studio a Cologno Monzese come sede legale, in provincia di Milano.
Un esempio, purtroppo sempre più frequente, della “zona grigia”, che emerge con consistenza dalle cronache giudiziarie nella regione record per interdittive antimafia. Un grigio soffocante. Proprio Assolombarda, l’associazione delle imprese che operano nella città metropolitana di Milano e nelle province di Lodi, Monza e Brianza, Pavia, la scorsa settimana ha organizzato un webinar sulle infiltrazioni della malavita organizzata al tempo del Covid. Dalle parole del vice-presidente, con la delega alla legalità, Antonio Calabrò, la conferma di una mafia sempre più presente e disponibile, in grado di risolvere ogni problema gestionale ed economico delle aziende in difficoltà. Anche per questo, Assolombarda ha ribadito l’esistenza del proprio sportello ascolto agli associati, oltre 6.800 imprese e ha chiesto interventi alle istituzioni.
Ma la crisi Covid ha solo fatto venire a galla una presenza che c’era già. Come ha ribadito Giorgio De Rita del Censis, la Lombardia è al primo posto per quanto riguarda l’”economia non osservata“, che assorbe circa il 17% di quei 211 miliardi evasi. L’equivalente del Pil della provincia di Brescia. Dati che in questa rubrica avevamo anticipato proprio qualche settimana fa. Ma che fanno comunque impressione. Nella regione più ricca d’Italia, il peso delle mafie e della criminalità organizzata, grazie alla zona grigia compiacente, è sempre più forte.