Mercosur-Ue, accordo raggiunto: nessuno vince ma nessuno perde

Francia e Germania guardano ai loro interessi e restano divise sull’accordo firmato con i Paesi del Mercosur

Maria Cecilia Cacciotto
È stato raggiunto un accordo tra Ue e Mercosur per la creazione di un mercato comune © Hamner_Fotos/Flickr
Maria Cecilia Cacciotto
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Tra l’indifferenza di alcuni Stati membri da un lato e le proteste di altri, è stato firmato l’accordo di libero scambio tra Commissione europea e i Paesi del blocco Mercosur. Ovvero il mercato comune latino americano di cui fanno parte Brasile, Argentina, Paraguay, Uruguay e Bolivia. Dopo estenuanti negoziati, il fattore decisivo che ha portato alla ratifica è stata la caduta del governo francese guidato da Michel Barnier.

La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha approfittato del momento di distrazione di Parigi, da sempre contraria all’accordo, per volare a Montevideo, in Uruguay, e portare a casa il risultato.

A causa di una serie di resistenze dei singoli Paesi, dopo oltre due decenni di negoziati l’intesa rischiava infatti di restare carta straccia. Invece si è riusciti a trovare l’intesa. L’accordo deve adesso passare al vaglio del Consiglio europeo e dell’Europarlamento. E la Commissione deve ancora decidere la base giuridica per la ratifica. Per la sua entrata in vigore se ne riparlerà nella seconda metà del 2025.     

I termini dell’accordo Ue – Mercosur, in sintesi

È comunque evidente che presenta molti limiti la ratifica di un accordo di cui si è cominciato a discutere nel 1999. Quando il mondo era assai diverso da oggi. Basti pensare al fatto che la Cina sarebbe entrata nell’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) solamente nel 2001. Due anni dopo. Un accordo, per giunta, cui termini generali sono stati negoziati nel 2019, prima dell’epidemia da Covid-19.

Questi limiti emergono anche anche alla luce degli ultimi dati di Bruxelles. Nel 2023 le esportazioni europee verso i Paesi del Mercosur ammontavano a 55,7 miliardi di euro. E quelle del Mercosur verso l’Ue si sono attestate a 53,7 miliardi di euro. Mentre nello stesso anno l’export verso gli Stati Uniti è stato di quasi dieci volte maggiore, raggiungendo i 502 miliardi di euro.

L’intesa è comunque stata giudicata «storica» da von der Leyen, che ha definito l’accordo «equilibrato e ambizioso». Crea un mercato di quasi 800 milioni di consumatori. Prevede complessivamente la soppressione dei dazi delle importazioni dal Mercosur nell’Ue e dell’import dall’Ue per i Paesi dell’America latina. Per l’Unione dei 27 significherebbe un risparmio di circa quattro miliardi di euro.

L’accordo firmato vede infatti nello specifico l’eliminazione dei dazi sull’82% dei prodotti agricoli del Mercosur, e del 93% dei prodotti europei. Ci saranno quote per prodotti considerati sensibili, come la carne di manzo e la carne di pollo.  Nel giro di dieci anni, poi, saranno revocati i dazi dei prodotti industriali provenienti dal Mercosur. E quest’ultimo li eliminerà sul 90% dei prodotti industriali europei.

Automotive, deforestazione e agricoltura: i compromessi raggiunti

Una clausola particolare tutela il settore dell’automotive. Anche perché l’auto elettrica targata Ue resta uno dei punti più complessi dell’accordo. Il timore del Brasile e degli altri Paesi latino americani è che le materie prime indispensabili per l’industria europea, come litio e rame, possano venir acquistate dai 27 e tornino indietro sotto le più svariate forme. Come le auto, appunto. Le automobili europee oggi varcano i cancelli del continente al fronte di tariffe pari al 35%. L’intesa firmata da von der Leyen prevede un periodo di transizione di 18 anni, contro i 15 previsti nel 2019.

Ma anche Bruxelles ha battuto i pugni sul tavolo, a difesa dei propri interessi. L’Unione europea ha ottenuto impegni vincolanti sul rispetto dell’Accordo di Parigi sul clima e lo stop della deforestazione entro il 2030. Mentre sul piano dell’agricoltura i termini dell’accordo erano stati stabiliti già nel 2019. E qui si registrano ancora tensioni con la Francia.

A partire dal presidente Emmanuel Macron che ha dichiarato: «Così com’è, il trattato con il Mercosur non è accettabile». Ma anche le associazioni di categoria francesi hanno affermato la propria opposizione all’accordo, denunciando la concorrenza sleale da parte dei Paesi latino americani.

Francia e Spagna (e Germania), purché se magna

La Francia teme infatti che gli standard sanitari, ambientali e sociali cui sono sottoposti i prodotti europei possano essere messi a dura prova. «I prodotti che varcheranno le porte europee dovranno rispettare le norme sanitarie e fitosanitarie», ha ricordato Jean-Michel Schaeffer, presidente dell’associazione Anvol, che raggruppa produttori di pollame. Non meno cauta l’associazione europea degli agricoltori.

Le ultime posizioni espresse da Giorgia Meloni in occasione del G20 in Brasile sembrano allinearsi ai cugini d’Oltralpe. Mentre Germania e Spagna, che in Europa procedono a braccetto, sono i più entusiasti dell’avvenuto raggiungimento dell’accordo. La Germania, che deve far fronte a una delle sue peggiori crisi, punta a ridare gas alla produzione e al suo export. Secondo i dati della Commissione europea, le esportazioni tedesche verso il Mercosur ammontano a 15,4 miliardi di euro all’anno. E sono 12mila le imprese che garantiscono 244mila posti di lavoro.

Mentre la Spagna guarda alle relazioni storiche che la legano al continente sudamericano. E non solo. Come ha dichiarato il premier Pedro Sánchez all’indomani del raggiungimento dell’intesa, che «getta un ponte economico senza precedenti» fra Europa e America Latina.