Molecole, storie di legami e di veleni
Molecole è il podcast che, attraverso la chimica, racconta le storie di vita delle persone contaminate dallo sviluppo industriale
Ci sono territori in Italia che hanno a che fare con studi epidemiologici da molto prima del 2020. In cui si sta chiusi in casa quando c’è vento; si indossano mascherine, ma durante marce e cortei; non si va al parco, ma perché bambine e bambini non possono entrare in contatto col terreno.
Sono le aree contaminate: ci vive il 10% della popolazione del nostro Paese. 6 milioni di persone sono esposte ogni giorno a sostanze contaminanti che non esistono in natura, sono il risultato di processi industriali. Lo racconta Molecole, storie di legami e di veleni, il podcast prodotto da Fandango, A Sud e Valori.it, che presenteremo il 20 ottobre a FestiValori, a Modena.
Le storie di vita di chi ha fatto grande questo Paese
Attraverso la chimica, Molecole scandaglia le storie di vita di chi vive in aree contaminate da processi industriali, spesso (ma non sempre) ormai estinti. I due autori, Rita Cantalino e Alessandro Coltré, le definiscono le «storie di vita di chi ha fatto grande questo Paese». Persone che lavoravano in fabbriche inquinanti, o abitano territori che le ospitavano. Che, nonostante non abbiano beneficiato della ricchezza prodotta, ne conservano l’eredità tossica, come un TFR anomalo.
Un’eredità che, in ogni territorio, si chiama con un nome difficile, si riassume con una formula chimica. Sono i prodotti di scarto derivati dalle produzioni che si sono dispersi nell’aria, appoggiati sulla terra, diluiti nelle acque e, così, sono entrati nei corpi. Sostanze cancerogene che fanno male alla salute, ma di cui ci si preoccupa troppo poco.
Il lindano e la città fabbrica
La prima puntata è uscita lo scorso 5 ottobre ed è stata presentata al Festival di Internazionale a Ferrara. Racconta la storia della Valle del Sacco, un territorio a sud di Roma. Il racconto parte dalla storia dell’epicentro della contaminazione: Colleferro. La città è nata intorno a una fabbrica, la B.P.D., che produceva il lindano, un concorrente commerciale del DDT. Dalla produzione del lindano deriva, come scarto, il betaesaclorocicloesano, (β-HCH), una molecola stabilissima che entra nei corpi per non uscirne. E che provoca il cancro e numerose altre malattie.
La puntata racconta la storia due abitanti del territorio e riporta le testimonianze di chi ha, in qualche modo, un legame con la molecola.
Chi l’ha raccontata, chi la studia per trovare un rimedio. Ne deriva un reportage corale, la storia di un’ingiustizia ambientale che, a quasi vent’anni da quando è stata svelata, non ha ancora trovato la sua fine.
L’Italia è costellata di aree contaminate
La Valle del Sacco è un Sito di interesse nazionale per le bonifiche, un’area che lo stato riconosce come contaminata. Tutta l’Italia ne è costellata: 42 i Siti di interesse nazionale per le bonifiche, quasi 35mila i Siti di interesse regionale. Aree interdette, in cui l’industria è passata come un vortice, portando benessere e crescita. Ma, quando è andata via, ha lasciato macerie sociali e, soprattutto, sanitarie.
In molte di queste aree gli studi epidemiologici hanno mostrato come all’emergenza ambientale sia associabile un’emergenza socio-sanitaria. Il più autorevole in merito è SENTIERI, Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio di inquinamento, un’indagine sulla popolazione di SIN ed ex SIN, pubblicata in sei edizioni tra il 2010 e il 2023. I rapporti Sentieri mostrano che le popolazioni che vivono a ridosso dei SIN hanno percentuali di mortalità e incidenza tumorale, o di altre malattie, superiori rispetto alle medie regionali.
Le comunità coinvolte in questi processi sono più fragili in partenza: l’edizione del 2023 di SENTIERI dedica un’intera sezione alla giustizia ambientale e mostra che in gran parte dei casi popolazione residente in un SIN appartiene a fasce sociali svantaggiate. È di questa ingiustizia che Molecole vuole parlare.
Molecole sceglie la chimica come lente di lettura
La lente del racconto è la chimica non solo perché le molecole raccontate sono aggregati di atomi ma anche perché, sui territori che infettano, hanno generato relazioni, reti, luoghi (fisici e non) in cui chi le ospita si è ritrovato.
La chimica è la metafora di questi processi per il suo ruolo nella crescita del nostro Paese: uno dei fattori di sviluppo più importanti del Novecento, creatrice di mondi e di eccellenze, non solo economiche. La chimica fiore all’occhiello dell’industria nazionale, come Italo Leone, l’operaio di Colleferro della prima puntata, testimonia. «Quando dicevo di lavorare alla SNIA [ex B.P.D., l’industria chimica che ha contaminato la Valle del Sacco] era come aveva un pass, uno stemma. Eravamo più avanti di tutti».
La chimica finita nelle mani sbagliate, di chi, consapevole dei danni sanitari che stava arrecando, ha scelto di continuare a inquinare per non intaccare il proprio fatturato, generando malattia e morte, di singoli e di comunità. È la più importante violazione del diritto alla salute della storia del nostro Paese, una delle più profonde ferite alla nostra democrazia.