Che cos’è la moneta e quali sono le sue funzioni

Quali sono le funzioni della moneta? Chi crea la moneta? E quante monete esistono?

Abbiamo a che fare tutti i giorni con la moneta. Ma quanto ne sappiamo davvero? © John McArthur/Unsplash

La moneta è un prodotto culturale, una vera e propria tecnologia, che utilizziamo da migliaia di anni per regolare gli scambi di beni e servizi tra noi esseri umani. Questo prodotto culturale può manifestarsi nel tempo e nello spazio sotto le più disparate spoglie: può essere un oggetto di metallo, un foglio di carta, una conchiglia o un semplice numero su un foglio di calcolo.

Quali sono le funzioni della moneta?

La moneta è innanzitutto un mezzo di scambio, ovvero lo strumento attraverso il quale acquisire un bene o un servizio: ad esempio, quando andiamo al mercato, scambiamo alla cassa le nostre monete e banconote con una certa quantità di frutta e verdura.

Allo stesso tempo la moneta è misura del valore, ci permette infatti di assegnare ad ogni bene o servizio, oggetto di scambio, un preciso valore quantitativo. Bisogna però fare attenzione a questo concetto di “misura di valore”, al giorno d’oggi purtroppo tendiamo a quantificare e misurare cose che fino a pochi anni fa erano completamente escluse dal mondo del denaro; basti pensare che oggi le aziende possono acquistare perfino il diritto a inquinare, emettendo CO2 nell’atmosfera. Inoltre, è importante ricordare che il valore di un bene, non è dato unicamente dalla somma dei fattori produttivi necessari per la sua realizzazione, poiché nella definizione dei prezzi subentrano fattori immateriali, psicologici e sociali. Ad esempio, quando andiamo a comprare un paio di scarpe da ginnastica, la nostra scelta non è puramente razionale; siamo infatti influenzati dalla pubblicità e dal valore simbolico legato al possesso di un bene di questa o quella marca.

Infine il denaro ha la funzione di riserva di valore, poiché è un bene che tende a conservare il suo valore: è molto più semplice conservare la ricchezza accumulata sotto forma di denaro, magari sotto il materasso o su di un conto in banca, invece di acquistare tonnellate di grano da immagazzinare da qualche parte. L’unico fenomeno da tenere sottocchio, poiché genera una diminuzione del valore della moneta, è l’inflazione.

Chi può coniare le monete e stampare le banconote?

Ogni Stato moderno ha la necessità di conferire ad una o più istituzioni alcuni compiti fondamentali per garantire la stabilità del sistema economico e monetario nazionale: tra questi compiti troviamo il monopolio della produzione delle banconote e del conio delle monete metalliche, la gestione della circolazione della moneta, l’azione di contrasto alla contraffazione. In quasi tutti i paesi del mondo questi compiti sono svolti dalla banca centrale nazionale. In Italia, l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato conia le monete in Euro per conto del Ministero dell’Economia e delle Finanze; la Banca d’Italia invece emette le banconote in euro, in base ai principi e alle regole fissati nell’Eurosistema, e provvede alla loro distribuzione sul territorio nazionale.

È bene sapere che il contante (ovvero l’insieme di monete e banconote) rappresenta solo circa il 3% del denaro scambiato in Italia. Infatti la quasi totalità del denaro in circolazione è virtuale, dematerializzato, poiché si trova nelle scritture contabili delle banche e degli istituti di intermediazione finanziaria.

Quindi le banche possono creare moneta?

Sì, le banche possono creare moneta ogni volta che erogano un nuovo prestito ad un individuo o un’azienda: la moneta viene creata accreditando una somma sul conto corrente della persona o società cui è stato concesso il prestito. In questo caso si parla di moneta commerciale.

Cosa si intende per moneta dematerializzata?

Quando parliamo di dematerializzazione della moneta, ci riferiamo al fenomeno di progressiva sostituzione del contante (monete, banconote), con moneta scritturale (depositi bancari e postali) e elettronica (carte di credito, debito, prepagate).

Facciamo un esempio di transazione “dematerializzata” per chiarirci le idee: quando dal panettiere paghiamo con la nostra carta di debito 1 € per una pagnotta, non facciamo altro che inviare un messaggio alla nostra banca, dando l’ordine di trasferire una certa somma dal nostro conto a quello del panettiere. Sul registro collegato al nostro conto corrente verrà segnato “-1 €” mentre su quello del panettiere “+1 €”. Questo tipo di transazioni non comporta alcun movimento materiale di banconote o monete di metallo; come appena visto, cambiano solo delle cifre su un foglio di calcolo, è per questo che parliamo di “dematerializzazione”.

È importante ricordare che queste transazioni sono possibili grazie all’intermediazione delle banche: esse, infatti, hanno la responsabilità di controllare e aggiornare i database, dove sono registrati i saldi dei conti correnti di tutti i cittadini.

La moneta oggi è convertibile in oro?

No, il denaro oggi non è più convertibile in un’altra forma ricchezza. Dal 1971, anno in cui il presidente degli Stati Uniti Richard Nixon sospese la convertibilità in oro del dollaro, non esiste più la storica relazione diretta tra moneta e metalli preziosi depositati alla banca centrale come garanzia. Oggi dunque la moneta è puramente una convenzione, un atto di fiducia collettivo: il denaro esiste e circola perché noi tutti lo accettiamo come mezzo di scambio, misura del valore e riserva di ricchezza.

Qual è allora oggi il valore della moneta?

Al termine valore della moneta possiamo attribuire significati diversi, a seconda della prospettiva dalla quale analizziamo questa particolare invenzione umana; si può in conseguenza parlare di:

  1. Valore legale o nominale: il valore attribuito alla moneta dalle leggi dello Stato che ne regolano l’emissione e la circolazione; è il valore che la moneta reca stampato, è da tutti riconosciuto ed è scarsamente soggetto a variazioni.
  2. Valore reale: il potere di acquisto della moneta (cioè la quantità di beni e servizi che in un dato momento può essere acquistata con l’impiego della moneta).
  3. Valore intrinseco che è il valore della moneta considerata come metallo. Corrisponde al valore della quantità di metalli più o meno preziosi di cui essa è formata. Tale valore riguarda però esclusivamente la moneta metallica, poiché quella cartacea, come ognuno ben sa, ha un basso valore intrinseco (solo la carta, il colore, il disegno e la stampa). Il valore intrinseco della moneta è soggetto a variazioni nella misura in cui varia il prezzo del metallo.

Nell’Unione europea l’unica moneta in circolazione è l’Euro?

No, su 28 stati membri dell’UE, 19 hanno adottato l’euro tra il 2002 e il 2015. Gli altri 9 stati continuano ad utilizzare le loro rispettive valute nazionali; ad esempio in Polonia si utilizzano gli Złoty ed in Svezia le Corone.

Oltre alla moneta legale emessa dalle banche centrali, in Europa (e nel mondo) si utilizzano tanti altri strumenti monetari, detti circuiti complementari. Di che si tratta? Ogni giorno ci capita di utilizzare dei sistemi di scambio, con un valore simbolico e commerciale complementare al denaro: probabilmente conoscerete i buoni pasto o i punti dei programmi fedeltà (come quelli dei supermercati, che consentono ai clienti di acquisire punti sulla base dei loro acquisti, e di trasformarli in sconti per ulteriori acquisti o per ottenere dei premi). Si tratta pur sempre di “monete” che consentono di acquistare beni o servizi e che non si identificano con la moneta corrente ufficiale.

Si stima che nel mondo oggi esistano circa 5.000 monete complementari utilizzate da diverse comunità sulla base di sistemi articolati e diversificati. Al di là della denominazione con cui le vogliamo indicare (monete locali, sociali, comunitarie, solidali, parallele, complementari) queste monete sono tutte caratterizzate da un qualche rapporto con la moneta ufficiale e con uno spazio, fisico o virtuale, certo e delimitato. Esse più generalmente possono essere considerare circuiti complementari di commercio di servizi e beni, con compensazioni di crediti e debiti.

Fai attenzione, le monete complementari non hanno niente a che fare con le criptomonete di cui sentiamo parlare da qualche anno; queste ultime sono strumenti completamente diversi, strutturati secondo la logica del peer-to-peer, con un loro valore di scambio specifico, spesso soggette a fluttuazioni speculative e utilizzate per il commercio di prodotti illegali.