Musica: gli Usa spingono i cd giù dalla rupe
Procede la smaterializzazione del mercato della musica: i due colossi USA della vendita e distribuzione Target e Best Buy abbandonano il CD Audio
Un altro passo compiuto nella smaterializzazione del mercato della musica. Target e Best Buy, colossi americani della vendita e distribuzione (shopping online e negozi al dettaglio) hanno dato l’ultimatum al CD Audio.
Le vendite di CD, sono in discesa costante, diminuite del 18,5% lo scorso anno sul mercato USA. Best Buy, la maggiore catena americana di negozi di elettronica, ha quindi deciso di smettere di tenerli dal prossimo 1° luglio.
Una trasformazione commerciale sta determinando inevitabili cambiamenti culturali, riguardando prodotti dell’ingegno umano coperti da proprietà intellettuale. L’evoluzione è causa ed effetto di quella avvenuta nei consumi di musica. Tutto iniziò con le prime forme di diffusione di contenuti multimediali peer-to-peer avviate da Napster. Ed è ora approdato all’attuale proposta di servizi streaming di enorme successo come Spotify.
Dopo i cd, toccherà ai dvd?
Ma se la decisione di Best Buy non bastasse, potrebbe seguire la sua strada anche il numero due del settore a stelle e strisce. Target sarebbe pronto ad imporre che siano le case discografiche a farsi carico dei CD invenduti. A meno di accettare una netta riduzione degli spazi, su scaffale e digitali, destinati alla vendita di dischi fisici.
Il processo economico e commerciale in atto pare inarrestabile. E ben presto potrebbe travolgere i “colleghi” DVD come in passato musicassette e videocassette (qualcuno le ricorderà ancora o ne ha scatoloni pieni in cantina). Unici a salvarsi, dopo qualche anno di oblio, sono i dischi in vinile. La loro domanda è rimasta viva, con risultati molto interessanti, pur diventando un prodotto di nicchia.